Tanti gli slogan pronunciati dai manifestanti: «Palermo è nostra e non di Cosa nostra», «Diamo le nostre mani alla legalità», molti anche gli striscioni presenti. Guarda le foto
Migliaia di persone davanti all’albero Falcone Ventiquattro anni dopo la Strage di Capaci
Sono migliaia le persone che a Palermo ricordano, davanti all’albero Falcone, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, nel giorno del ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci. I ragazzi sulle note della colonna sonora de I cento passi sono arrivati davanti all’abitazione del magistrato, dopo aver attraversato la città con due cortei, partiti uno dall’aula bunker e un altro da via D’Amelio. Ai balconi e alle finestre di tante abitazioni, lungo il percorso fatto dai cortei, tanti cittadini hanno esposto lenzuola bianche così come avvenuto nei giorni immediatamente successivi alla strage.
Tanti gli slogan pronunciati dai manifestanti: «Palermo è nostra e non di Cosa nostra», «Diamo le nostre mani alla legalità», molti anche gli striscioni presenti. Davanti all’albero Falcone è stato allestito un palco sul quale parlano il presidente del Senato Pietro Grasso, Maria Falcone e il rettore Fabrizio Micari, quindi è stato celebrato il minuto di silenzio alle 17,58, orario della strage. Prima del minuto di silenzio, sul palco sono saliti i cantanti Lorenzo Fragola, Giò Sada & BSS e Davide Shorty.
A pronunciare uno alla volta i nomi delle vittime della strage è stato il presidente del Senato. Poco prima, dal palco, un messaggio di speranza è stato lanciato da Maria Falcone e dal rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari. «Qui c’è il nostro futuro – ha detto Micari – quello che renderà la città più bella perché solo la cultura può battere l’indifferenza». Un lungo applauso della folla ha sottolineato la fine del Silenzio.