«Sto zitto, preferisco così». È di poche parole Gianfranco Miccichè. L’ex coordinatore regionale di Forza Italia preferisce non esprimersi sulla campagna acquisti di quello che è ancora il suo partito, nonostante la decisione di estraniarsi dal gruppo parlamentare all’Assemblea regionale siciliana, ma guarda piuttosto dall’altra parte della barricata. E dire che, un tempo non troppo lontano, era proprio l’ex presidente dell’Ars a pianificare le annessioni, ultime in ordine di tempo quelle di Edy Tamajo e Nicola D’Agostino, che hanno fatto le fortune degli azzurri alle ultime Regionali, ma che pure venivano da esperienze non troppo distanti da quelle di Forza Italia, con il primo che aveva condiviso con Miccichè la permanenza in Grande Sud, partito fondato dall’ex ministro per fronteggiare il primo tentativo di ascesa di Nello Musumeci a palazzo d’Orleans.
Adesso i nomi nuovi sono quelli di Giancarlo Cancelleri e Caterina Chinnici, entrambi arrivati non senza un’abbondante dose di stupore, il primo dal Movimento 5 stelle, la seconda dal Partito democratico, con cui era stata due volte eletta al parlamento europeo e candidata alla presidenza della Regione proprio contro il forzista Renato Schifani. «L’operazione Chinnici mi fa capire perché, fino a oggi, non c’è stata opposizione all’Assemblea – dice a MeridioNews Miccichè – Cancelleri da un lato, Chinnici dall’altro, entrambi designati presidente della Regione, passano con quello che ha vinto del centrodestra (Schifani, ndr) e questo fa capire che c’è un momento di imbastardimento della politica assoluto e il perché della totale assenza in Assemblea di una vera opposizione». La visione di Miccichè, critica nei confronti dei partiti di provenienza dei due nuovi acquisti azzurri, cede comunque all’ottimismo. «Penso che, dopo questi avvenimenti, nascerà davvero l’opposizione – conclude – Perché le persone, pure sia del Pd che dei cinquestelle, apriranno gli occhi».
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