Metro, la Cmc non paga. Tutti gli operai in sciopero «Avanti a oltranza, Fce dia gli stipendi ai lavoratori»

Hanno aderito tutti. Dei circa 200 lavoratori della Cmc di Ravenna a Catania, non c’è nessuno che abbia scelto di presentarsi stamattina a lavoro, nei cantieri della metropolitana: quello della fermata Palestro e quello della tratta Nesima-Fontana. Il proposito collettivo è uno soltanto: sciopero a tempo indeterminato. I cantieri non andranno avanti, finché sugli stipendi non si muoverà qualcosa. Sabato è arrivata la comunicazione che i compensi di febbraio non saranno pagati dal colosso delle costruzioni prima della metà di aprile. Stesso destino anche per i dipendenti legati agli altri grandi appalti della Cmc in Sicilia: il raddoppio della Caltanissetta-Agrigento e della Palermo-Agrigento. Tutto per via di una crisi di liquidità certificata dall’ammissione dell’azienda alla procedura di concordato preventivo, rispetto al quale c’è in ballo un piano di risanamento su cui ancora si deve pronunciare il tribunale di Ravenna. Una prima valutazione dovrebbe essere effettuata l’8 di aprile, una data lontanissima per chi deve dare da mangiare a una famiglia.

«I lavoratori, inoltre, non hanno ricevuto il mese di novembre 2018, perché è stato congelato dal tribunale», dichiara Domenico Murabito, sindacalista Filca Cisl. Dall’ammissione alla procedura di concordato preventivo in poi, compito della Cmc sarebbe stato quello di pagare per tempo le spese correnti: su tutte, proprio gli stipendi. Per renderle più semplice il compito, una parte dei dipendenti – a livello nazionale – sono stati messi in cassa integrazione straordinaria, a spese dell’Inps, nell’attesa che l’impresa si risollevi e che possano tornare a lavorare. Neanche questo, tuttavia, sembra essere bastato. E, in queste condizioni, il fallimento è dietro l’angolo

«Le aziende sono indebolite dalla crisi, che si riverbera sull’intero sistema produttivo. Prima sono crollate quelle locali, adesso tocca a quelle nazionali», dichiara Giovanni Pistorìo, Fillea Cgil. «Così il sistema cola a picco: lavoratori che non percepiscono stipendi, fornitori che non vengono pagati e che non possono pagare a loro volta i dipendenti, denaro dei salari che non viene messo in circolo – prosegue – È tutto collegato». Se gli operai incrociano le braccia, poi, i cantieri non vanno avanti e sulle infrastrutture comincia ad aleggiare l’ombra dell’incompiuta: «Catania è piena di buchi nel sottosuolo – prosegue il sindacalista – Quando potremo immaginare la consegna di opere di questo tipo?». «Strategiche, ricordiamolo, ci hanno detto sempre che sono opere strategiche – incalza Antonino Potenza della Feneal Uil – Se è vero che è così, pretendiamo che il problema venga trattato come tale. Finora gli operai catanesi sono andati avanti con professionalità e senso di responsabilità, ma la paura di non vedere gli stipendi è concreta».

Alle 12 di oggi, una delegazione dei sindacati ha incontrato i vertici di Ferrovia circumetnea, la stazione appaltante. La richiesta che viene dai rappresentanti dei lavoratori è semplice: che Fce paghi direttamente gli operai, senza passare da Cmc, in modo da permettere a chi sta in cantiere di rifiatare dopo mesi di attesa delle spettanze. «Spingeremo il piede sull’acceleratore», assicura Pistorìo. Si attende, nel frattempo, anche una risposta dalla prefettura di Catania: la questione occupazionale deve essere portata su un tavolo a Palazzo Minoriti, secondo le sigle sindacali, e devono essere presenti anche le istituzioni locali: «Con la stazione appaltante l’interlocuzione è stata viva e serrata, ma con il sindaco etneo e il governo regionale è stata debole se non assente. Anche questo deve cambiare». 

Soprattutto perché coi cantieri metro fermi, a rischiare la paralisi è tutto il sistema di intermodalità dei trasporti sognato prima dall’amministrazione guidata da Enzo Bianco e adesso da questa a trazione Salvo Pogliese. E la mente non può non andare pure agli ennesimi ritardi, annunciati proprio stamattina tramite MeridioNews, nell’apertura della stazione Cibali della metro: inaugurata forse alla fine dell’estate, nell’attesa che l’altro gigante delle costruzioni, l’etnea Tecnisrisolva i suoi problemi. Ma questa è tutta un’altra storia.


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