Un'operazione della polizia ha fermato due universitari, un neo laureato e un 45enne che facevano arrivare nella città dello Stretto erba, solitamente con carichi di cinque chili. Non è escluso che tra gli universitari ci fossero dei clienti abituali. Guarda le foto
Messina, studenti portavano droga da Calabria Quattro arresti, la marijuana viaggiava in trolley
Due studenti universitari, uno neo laureato e un 45enne, tutti calabresi sono stati arrestati questa mattina dalla squadra mobile di Messina e Reggio Calabria perché accusati di aver trasportato dalla Calabria alla Sicilia partite di droga dentro trolley. Da qui il nome dell’operazione della polizia di Stato coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, sfociata all’alba di oggi nell’arresto dei fratelli Salvatore, e Claudio Condò, di 28 e 23 anni – il primo laureato in Economia e commercio, il secondo studente di Scienze alimentari -, di Gaetano Errigo, studente di Economia, 24 anni e Vincenzo Sergi, 45 anni. Del caso si occupa la Dda sia per la zona di provenienza dello stupefacente, Locri, che per il quantitativo.
La gip Monica Marino – su richiesta del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e del sostituto procuratore della Dda, Fabrizio Monaco – ha emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari per tutti e quattro i calabresi. Ad incastrarli sono state intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso a gli investigatori di documentare trasferimenti della marijuana in carichi che si aggiravano, ogni volta, sui cinque chili, facilmente trasportabili in valigie e trolley sui traghetti che collegano le due sponde.
Le indagini scattano il 6 ottobre del 2015 dopo l’arresto di Errigo, sorpreso agli imbarcaderi messinesi dai poliziotti della squadra mobile con più di cinque chili di erba pronta ad essere smerciata. Era stato fermato presso la rada San Francesco, a piedi, con al seguito un comune trolley nero. Dentro i poliziotti avevano trovato nove confezioni sotto vuoto e una avvolta in un sacco di plastica contenenti cinque chilogrammi e duecento grammi circa di derivato della canapa indiana, il tutto custodito in un sacco di carta per mangimi.
Le indagini successive hanno confermato che non si era trattato di un caso isolato. Gli arrestati, residenti a Messina, non erano spacciatori improvvisati. Le conversazioni intercettate, per quanto camuffate da un linguaggio criptico e dall’uso di termini relativi a capi d’abbigliamento che sostituivano quelli relativi a qualità e peso della sostanza stupefacente da trasportare, rivelano un ripetuto traffico di valigie di «robbe nuove», e dei rischi e degli escamotages da usare nel caso di controlli delle forze di polizia o di poliziotti in transito su traghetti e aliscafi.
Al momento altre due persone sono ricercate. I poliziotti hanno trovato in casa dei fratelli Condò, a Messina, un chilo e 800 grammi di marijuana e l’occorrente per il confezionamento delle singole dosi: un bilancino di precisione, buste in cellophane e una macchinetta per il sottovuoto. Per questo motivo è scattato un altro provvedimento di arresto e sono stati portati a Gazzi. Gli investigatori sospettano che non tutta la droga venisse smerciata dagli arrestati, ma che in parte venisse ceduta a terzi. Indagini sono in corso per accertare dove avvenisse lo spaccio. Non è escluso che tra gli universitari ci fossero dei clienti abituali.