Messina, si sostituirà parte della condotta idrica Da luglio i lavori, intanto si spera nel bel tempo

L’emergenza acqua a Messina potrebbe essere posticipata a luglio, a meno di improvvise e durature piogge. È stato deciso di spostare la condotta a rischio a Forza d’Agrò in una zona più sicura. Un intervento, quindi, non tampone, ma, si spera, risolutivo, almeno su quel versante. I lavori dovrebbero cominciare proprio a luglio e comportare disagi contenuti all’erogazione idrica nel capoluogo. Una scelta figlia dei nuovi problemi emersi sabato sulla condotta Fiumefreddo, minacciata dalla frana che continua a muoversi in territorio di Forza d’Agrò. La stessa che a fine dicembre fece ripiombare la città nell’incubo di ottobre quando, per 20 giorni, non arrivò il prezioso liquido a causa dello smottamento di terreno a Calatabiano.

Alle 22 di sabato scorso un comunicato congiunto di Amam e Comune ha informato che a Forza D’Agrò il terreno continua a muoversi. Questa volta ad una profondità doppia rispetto alla frana di dicembre. Dal continuo monitoraggio fatto dall’azienda acque di Messina nella zona, un inclinometro, (uno dei 12 pali posizionati a gennaio per contenere il terreno) è risultato spezzato a una profondità di 16 metri, proprio a causa del movimento franoso. Il pericolo non è immediato. «Se non piove non ci sono rischi imminenti e l’estate fa sperare bene in tal senso – spiega il presidente della società, Leonardo Termini -. Ma il livello di allarme è alto perché la frana in contrada Fondaco Parrino si sposta in profondità»,

Amam e Comune di Messina non vogliono rischiare una nuova emergenza idrica, ecco perché si sono già tenute varie riunioni interlocutorie e mercoledì si dovrebbero formalizzare le nuove decisioni. Che l’intervento fatto a marzo fosse solo tampone lo sapevano tutti. Il presidente Termini ha già chiaro l’intervento che verrà portato avanti, presumibilmente a luglio, a Forza d’Agrò: «Sposteremo la condotta in una zona del versante più sicura». Come già fatto nel rione messinese di Camaro, dove si è registrata un’infiltrazione di acque nere nella condotta idrica e si è deciso di sostituire tutta la rete idrica ammalorata. «I nostri tecnici anche oggi sono lì per acquisire tutti i dati necessari per intervenire – continua Termini -. Mercoledì sera vi daremo contezza di quando avranno inizio i lavori. E voglio rassicurare che non si tratterà di un bypass. La condotta verrà spostata e verrà sostituita con una della stessa portata idrica di quella attuale. Circa 900 litri al secondo». 

Scelta condivisa dall’amministrazione Accorinti. «Non possiamo aspettare che si rompa di nuova la conduttura prima di intervenire – spiega l’assessore Sergio De Cola – per questo, di concerto, abbiamo deciso che interverrà l’Amam con propri fondi. A luglio scatterà un’interruzione programmata dell’erogazione idrica, dopo il lavoro di marzo la strumentazione tecnica lasciata dall’Amam ci ha allertato. A farci preoccupare sono i numeri rilevati dagli strumenti tecnici che hanno fatto emergere la nuova criticità».

Nel frattempo però il presidente dell’Amam denuncia come gli altri enti impegnati durante l’emergenza dei mesi scorsi non abbiano rispetto gli impegni. A cominciare dal mancato ripristino dell’altra condotta che porta l’acqua a Messina, quella dell’Alcantara, in mano alla società privata Siciliacque. «Ci hanno lasciati da soli – attacca Termini –. Siamo in presenza di un territorio idrogeologicamente dissestato. La condotta dell’Alcantara potrebbe rifornire il serbatoio Tremonti (che porta l’acqua nei quartieri alti della città ndr) e ci aiuterebbe a risolvere la situazione, anche perché si avvicina l’estate e c’è maggiore richiesta di acqua». Ma come ricorda l’amministrazione Accorinti, «a tutt’oggi, nonostante impegni assunti formalmente, Siciliacque non ha proceduto al ripristino della condotta», nonostante si fosse impegnata a farlo entro il 30 aprile, data comunicata anche al tavolo della Protezione civile nazionale. «Dobbiamo anche ricordare – continua la nota della giunta di Messina – che nel territorio di Calatabiano, dove si è avuta la rottura della condotta nel mese di ottobre 2015, ad oggi non sono state avviate le opere necessarie per consentire il ripristino definitivo della condotta del Fiumefreddo».


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