Lo studio di fattibilità voluto dall'autorità portuale è stato pesantemente criticato dall'esponente della giunta Accorinti. I progetti prevedono la costruzione di alberghi e centri multifunzionali. Ma la disputa riguarda anche la titolarità dell'area: «Bisogna ridefinire il piano regolatore»
Messina, porto turistico per zona Falcata Assessore Pino: «Sarebbe uno scempio»
Nella zona Falcata di Messina potrebbe sorgere presto un porto turistico. Lo studio di fattibilità, affidato dall’autorità portuale a diversi esperti, è arrivato nelle mani dell’assessore alle Politiche del mare, Sebastiano Pino, che non ha esitato a dichiarare che «se venisse realizzato sarebbe uno scempio sotto l’aspetto paesaggistico e naturalistico». Ad alimentare il già infuocato dibattito sulla titolarità dell’area, in mano all’Autorità portuale e rivendicata dal Comune, c’è ora questo nuovo progetto. Per l’esattezza, per la zona della lanterna del Montorsoli esistono al momento tre soluzioni che prendono in considerazione la conformazione del porto e tengono conto della vocazione turistica del territorio.
La prima prevede la realizzazione di un porto a secco – con una superficie di 7mila metri quadrati dove verrebbero ricoverate le imbarcazioni, che troverebbero posto in una sorta di parcheggio multipiano – mentre le altre due riguardano la creazione di un più tradizionale porto turistico, con le barche che sosterebbero in acqua. E se la prima soluzione non modificherebbe la linea di costa e secondo lo studio garantirebbe la continuità della spiaggia balneabile che lambirebbe il porto a secco, le altre due prevedono invece che il bacino del porto venga protetto prevalentemente da un molo di sopraflutto a forma di arco. Che sarebbe radicato sull’esistente molo centrale dell’ex stazione di degassifica, nel caso del cosiddetto “porto grande”, mentre nel caso del “porto piccolo” si avrebbe solo una riduzione dello specchio acqueo a disposizione per la nautica. Le tre diverse ipotesi prevedono anche la realizzazione di edifici, tra cui alberghi e centri servizi multifunzionali.
«Lo studio – spiega Pino – è stato commissionato a esterni dall’autorità portuale. Stiamo cercando di capire l’entità dei danni che potrebbe provocare una simile opera, ed è anche per questo che il Comune si batte per la titolarità dell’area». L’assessore si spinge oltre: «Il vero problema riguarda la ridefinizione del piano regolatore, che al momento è passato sulla pelle dei cittadini senza essere discusso dal consiglio comunale perché deciso – sottolinea Pino – dall’allora commissario del Comune».
Anche di questo si parlerà sabato nell’incontro previsto con gli assessori Maurizio Croce e Carlo Vermiglio che, accompagnati dal presidente Crocetta, effettueranno un sopralluogo nella zona falcata. Proprio per quest’area, l’assessorato ai Beni culturali e all’identità siciliana ha pronti 5 milioni di euro che dovrebbero servire al recupero architettonico e storico della Real Cittadella. Anche se l’obiettivo a lungo termine è quello di una riqualificazione generale della zona, deturpata per anni da impianti come quello dell’ex degassifica.