Il giudice per l'udienza preliminare, Eugenio Fiorentino, ha deciso che Giovanni Raffone e Bogdan Carare dovranno rispondere di omicidio preterintenzionale e violenza privata. A incastrare i due, che avrebbero pestato la vittima per un apprezzamento nei confronti di una donna, era stato il sistema di videosorveglianza
Messina, omicidio Mustapha Mandili Rinvio a giudizio per i due aggressori
Giovanni Raffone e Bogdan Carare, i due uomini accusati dell’omicidio di Mustapha Mandili, il 35enne marocchino pestato la sera del 29 luglio 2015 a Messina, saranno processati. A deciderlo è stato il giudice per l’udienza preliminare, Eugenio Fiorentino, che ha fissato la prima udienza per il 5 luglio. Gli imputati dovranno rispondere dell’accusa di omicidio preterintenzionale e violenza privata, per aver impedito a un amico della vittima di difenderlo.
Mandili – che è morto in ospedale dopo dieci giorni – era stato aggredito per futili motivi. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, che hanno condotto le indagini, l’uomo sarebbe stato aggredito dopo aver fatto un apprezzamento nei confronti di una donna. A incastrare Raffone e Carare sono state le immagini del sistema di videosorveglianza che hanno ripreso il pestaggio, ma anche la testimonianza di alcune persone che hanno assistito alla scena.