Messina, in piazza i sostenitori di Renato Accorinti «Ha rimesso i bus, con lui la città sta cambiando»

A distanza di più di tre anni dalla sua elezione a sindaco di Messina, oggi Renato Accorinti era di nuovo a piazza Unione Europea davanti alla sua casa comunale per ringraziare quanti oggi, sfidando anche il cattivo tempo, hanno ribadito la loro fiducia nel cambiamento. E come tre anni fa il clima è stato quello di una grande festa popolare. Con musiche, canti, slogan e striscioni e tanti colori, quelli della bandiera della pace

#tantoiorivotoaccorinti è stato lo slogan portato in piazza da quanti non vogliono mandare a casa il primo cittadino. Non c’era la folla oceanica che si aspettavano gli organizzatori. La questura ha stimato in 350 i partecipanti, per gli organizzatori a rispondere all’invito sono stati oltre 700. Insieme al sindaco c’erano cinque di suoi assessori. Luca Eller è rientrato nella sua Toscana. Impossibilitata a esserci per un imprevisto Daniela Ursino. Tra i manifestanti c’erano i membri della comunità rom, i rappresentati della cooperativa Casa Nostra, la comunità srilankese che proprio della casa comunale lo scorso anno è stata ospite. 

« La nostra colpa è essere onesti e di crederci fino in fondo – ha detto il sindaco alla piazza -. Noi abbiamo già vinto, la sfiducia non mi preoccupa. Mi dispiace che arrivi quando i frutti del nostro lavoro cominciano a vedersi. Avevamo le mani e i piedi legati quando siamo stati eletti. Non c’erano soldi. Adesso dopo tre anni e più i risultati si vendono. A breve partiranno i lavori per il porto di Tremestieri, stesso discorso per via Don Blasco. E il 9 febbraio verranno cedute le aree per realizzare il secondo palazzo di giustizia». La semina è stata abbondante e adesso è il momento del raccolto. «A molti fanno gola i fondi del masterplan che porteranno al completamento tanti lavori. Ma noi mettiamo l’etica davanti la politica e questa cosa da fastidio». 

Durante il suo intervento, Accorinti ha parlato della politica becera, quella del voto di scambio, e di quella vera che fa il del bene della città. A sostenere il primo cittadino anche l’ex magistrato Marcello Minasi che ha ricordato l’impegno di Accorinti a non far chiudere l’ospedale Piemonte. «Ha fatto comparire gli autobus che erano scomparsi, si rubavano persino la nafta. Questa è la gente che mette la sfiducia». Il presidente del comitato Salvare il Piemonte non va per il sottile: «Si stanno mettendo d’accordo sulle quote da spartirsi, ecco perché ancora non hanno votato la sfiducia». 

A non volere che Renato Accorinti vada a casa è la gente che oggi è scesa in piazza. «Non vogliamo la sfiducia, perché non l’hanno votata prima del bilancio?» si chiedono. Altri spiegano che vedono il primo cittadino «come un familiare». «Abbiamo visto cosa è riuscito a fare in questi tre anni». Alla domanda perché rivoterebbe Accorinti qualcuno risponde: «Siamo certi che con lui e la sua giunta non si ritorna a ciò che c’era prima. La città sta cambiando. Bisogna avere fiducia. Stanno facendo tanto per Messina». E c’è chi si è dimesso dall’ospedale per essere oggi a piazza Unione Europea. «Non potevo non esserci. Sono fiduciosa che la città faccia veramente questo cambio culturale», racconta una signora.

Di fronte la piazza gli assessori presenti, fieri di quanto finora fatto. Come Sebastiano Pino: «Noi continuiamo a lavorare, non ci preoccupiamo. Poi vedremo il da farsi», commenta. Sulla stessa linea il vicesindaco Gaetano Cacciola. «Il nostro è un percorso di cambiamento, la direzione rimane quella». Annuncia novità importanti per la prossima settimana l’assessora Nina Santisi. «Finora abbiamo seminato, adesso iniziamo a raccogliere», dichiara. E anche l’assessore Sergio De Cola si dice «pronto a proseguire nel cammino segnato». Infine l’ex vicensindaco Luigi Signorino ricorda. «Abbiamo preso un’eredità pesantissima, più pesante di quanto si potesse immaginare. Abbiamo lavorato sott’acqua ora cominciamo a emergere».


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