A metà luglio un ragazzo è stato trovato morto per overdose nei bagni del Policlinico. Anna Maria Garufi, presidente della LeLat, Lega lotta Aids e tossicodipendenze, lancia l'allarme sul largo uso di stupefacenti, e non solo cocaina, in diverse fasce di popolazione
Messina, il ritorno dell’eroina e del crack Psicologa: «Professionisti e pure 13enni»
L’età del consumo di droghe pesanti a Messina si è notevolmente abbassata. Fino ai tredicenni che fanno uso di crack. A dare un quadro di quali stupefacenti circolino nelle piazze messinesi e chi ne siano gli abituali consumatori è Anna Maria Garufi, presidente della LeLat, Lega lotta Aids e tossicodipendenze. «A Messina, come del resto in altre città, c’è stato un crollo nell’uso dell’eroina a favore della cocaina dopo gli anni ’80 – spiega – durate la guerra in Afghanistan tonnellate di oppio sono rimaste stoccate, e dopo la fine del conflitto hanno invaso il mercato. Adesso l’eroina è tornata a essere usata».
A metà luglio un 27enne di Pace del Mela è stato trovato senza vita nel bagno di un ambulatorio del policlinico, morto per overdose. «Ricordiamoci – incalza Garufi – che le droghe rispondono a delle necessità e la società chiede di essere sempre pronti». Ecco quindi che se l’eroina, definita una droga «rassicurante», tende a essere usata da chi è troppo ansioso, la cocaina viene preferita da «chi soffre di depressione. È una droga che ha falcidiato la città e si è diffusa in tutti i ceti e in tutte le fasce d’età».
Il costo, sceso a 50 euro al grammo come l’eroina, ne ha facilitato il commercio e la diffusione. «Non si tratta più della droga che veniva smerciata negli anni ’80 – sottolinea nella sua analisi la Garufi -. Oggi è tagliata con sostanze chimiche e infatti la si può trovare anche a 30 euro al grammo. Ad usarla sono molti professionisti, soprattutto chirurghi». La cocaina rientra nelle droghe «prestazionali, perché consente di spingere il proprio organismo oltre i limiti. Purtroppo è diffusa già tra i quarantenni».
A Messina tra i giovanissimi sta diffondendosi il crack, a partire da ragazzini di 13 anni. «Questa era l’età delle canne, adesso si è passati a droghe pesanti insieme all’uso di metanfetamine, soprattutto tra i ragazzi nelle discoteche che la consumano per ballare per cinque ore di fila – prosegue – in alcuni locali sono state persino create le sale di decantazione dove c’è acqua a disposizione e aria condizionata per reidratare chi fa uso di droghe». Tra le droghe che è possibile trovare in riva allo Stretto c’è anche lo shaboo. «È molto diffuso tra la comunità asiatica – conclude Garufi – ma non è reperibile così facilmente da chi non appartiene all’etnia cinese».