Insegnare ai bambini i loro diritti attraverso un’app. Un’idea semplice che diventa rivoluzionaria se i bambini a cui si rivolge sono degenti in ospedale. Anche perché purtroppo «molti dei nostri piccoli pazienti e i loro genitori non sapevano che esiste una carta dei diritti del bambino in ospedale». A spiegarlo a Meridionews è il professore Claudio Romano, pediatra in servizio presso il dipartimento materno-infantile del policlinico universitario Gaetano Martino di Messina, uno dei poli ospedalieri che ha aderito all’iniziativa lanciata dalla rete Aopi, Associazione ospedali pediatrici italiani, e dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che ha voluto far conoscere proprio l’esistenza della Carta dei diritti dei bambini in ospedale.
«L’adesione a questo tipo di progetti rappresenta una grande novità per Messina, che arriva dopo il riconoscimento di ospedale pediatrico – spiega ancora Romano -. Il dipartimento materno-infantile del policlinico con l’adesione ad Aopi sta proseguendo nel percorso di miglioramento della qualità dell’assistenza in età pediatrica». Per rendere tutto più semplice ai bambini «è stato posizionato all’ingresso del padiglione NI, che ospita tutte le unità operative di area materno-infantile, un totem colorato dove è possibile trovare il Qr Code che consente l’accesso all’app. «Molti bambini accedono all’applicazione con l’aiuto dei genitori – prosegue Romano – si tratta di un’iniziativa che si inserisce nell’ambito dell’avviato processo di umanizzazione dell’accoglienza ospedaliera del bambino del nostro dipartimento ed è solo una delle tante novità che saranno sviluppate nel corso dei prossimi mesi».
L’app guida bambini e ragazzi alla scoperta della Carta, un documento che rappresenta una vera e propria pietra miliare per la pediatria e che è importante rilanciare con forza. Per semplificare l’accesso dei piccoli pazienti alla conoscenza della Carta si è scelto il gioco, che insieme a un linguaggio semplice e accattivante, gli permette di prendere consapevolezza dei loro diritti, durante il periodo delicato della malattia e del ricovero. Il testo della Carta originale è stato riscritto per l’occasione dalla Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, un gruppo di giovani dai 13 ai 17 anni, in modo da essere facilmente comprensibile per bambini e adolescenti.
«Accanto al totem ci sono anche delle coloratissime brochure che servono per spiegare ai bambini tutti i principi contenuti nella Carta che li vede protagonisti – spiega ancora Romano-. Il Qr Code è presente anche su ogni opuscolo, in modo da semplificare ancora di più l’accesso all’app. Una volta scaricata i bambini incontreranno Tommy e Ollie, due simpatici personaggi che li guideranno attraverso i diritti dei bambini in ospedale». L’app è disponibile sugli store Ios e Android e rappresenta un’azione di promozione e sensibilizzazione fondamentale soprattutto in un momento delicato quale è quello della pandemia. Spesso si sottovaluta quanto il ricovero in ospedale sia per il bambino una brusca, e spesso dolorosa, interruzione della vita quotidiana. «Senza dimenticare che alla sofferenza provocata dalla malattia, c’è anche il disagio per lo stravolgimento di abitudini e punti di riferimento». Da tempo si assiste a un cambiamento all’interno delle strutture ospedaliere che si occupano della cura dei bambini. Rendere l’ambiente più a loro misura e il garantire ai piccoli pazienti tutta una serie di attenzioni sono elementi imprescindibili per garantire ai piccoli pazienti di vivere nel modo più sereno possibile una condizione già difficile. Nel 1988, a Leida, fu redatta la prima Carta dei diritti dei bambini in ospedale, un punto di riferimento per chi è chiamato a curare i più piccoli.
«La Carta dei diritti può essere finalmente letta anche con gli occhi di un bambino – commenta la Garante nazionale Carla Garlatti – Grazie alla app Tommy e Ollie e alla traduzione compiuta da ragazzi per ragazzi, il documento è ora visibile da una prospettiva rovesciata: quella dei piccoli pazienti, che possono così prendere consapevolezza dei loro diritti in ospedale. È un ulteriore passo che compiamo insieme ad AOPI affinché quei principi trovino concreta attuazione. E sarà importante registrare le risposte che arriveranno nel tempo dal questionario incluso nella app e rivolto ai giovani utilizzatori».
«La pandemia e la necessità di regole più stringenti per garantire la sicurezza degli ospedali – spiega Alberto Zanobini, presidente di AOPI – rischiano di compromettere alcune delle preziose conquiste che abbiamo raggiunto in questi anni sul fronte dei diritti dei piccoli pazienti. Oggi più che mai, quindi, dobbiamo ribadire l’importanza di questi principi e lavorare in sinergia per garantirli a tutti i bambini».
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