Gli inquirenti sono a caccia di Dna all’interno del covo a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, dove Matteo Messina Denaro ha trascorso gli ultimi dei suoi trent’anni di latitanza prima di essere catturato il 16 gennaio nella clinica privata La Maddalena di Palermo. Gli investigatori hanno disposto la ricerca di eventuali tracce genetiche nell’appartamento per ricostruire chi ha frequentato quel luogo. I profili genetici diversi da quelli dell’ormai ex primula rossa di Cosa nostra, qualora venissero trovati all’interno del covo, potrebbero portare all’identificazione di altre persone che incontravano e frequentavano Matteo Messina Denaro. Oltre a quelle che sono già state interessate dalle indagini, non solo la sorella – arrestata ieri – ma anche il geometra che gli ha prestato l’identità, il cugino omonimo e il medico che lo aveva in cura per il tumore al colon.
Intanto, per lunedì è già stato fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari per Rosalia Messina Denaro, la sorella del capomafia di Castelvetrano. La donna è stata arrestata ieri per associazione mafiosa e si trova nel carcere Pagliarelli di Palermo. Madre di Lorenza Guttadauro, l’avvocata di Matteo Messina Denaro, lei invece si fa assistere dal legale Daniele Bernardone. Rosalia Messina Denaro è accusata di aver gestito la cassa della famiglia, di avere fatto da collettrice dei pizzini coi quali il capomafia comunicava con i suoi e anche di essere stata fedele esecutrice della volontà del fratello durante il lungo periodo della latitanza.
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