Il primo cittadino della città dello Stretto ha chiarito che il piano per evitare il dissesto prevede anche sacrifici per quei dipendenti che per contratto possono essere utilizzati per attività manuali. «Devono fare manutenzione, scerbatura e attacchinaggio»
Messina, De Luca manda gli impiegati a pulire «Non possono più stare all’interno degli uffici»
I tempi sono duri, la cinghia va stretta e le pulizie le faranno gli impiegati comunali. È questa la nuova mossa del sindaco di Messina, Cateno De Luca, per allontanare lo spettro default del Comune. La decisione è arrivata dopo un fine settimana fatto di confronti serrati con i consiglieri per fare il punto sulla salute finanziaria di palazzo Zanca e fa parte di quella manovra lacrime e sangue che il primo cittadino ha stilato a inizio mandato.
Tra le misure pensate per evitare il dissesto c’è anche l’utilizzo dei dipendenti dell’ente locale per attività manuali. «Gli impiegati di categoria A, circa duecento unità, non possono più stare negli uffici ma devono fare le pulizie, la manutenzione, la scerbatura, gli attacchini e le altre attività prettamente manuali». Stesso destino per gli impiegati di categoria B. «Circa trecento (destinati ad attività manuali specializzate, operatori di ufficio con mansioni semplici tipo archivisti, autisti) che dovranno prioritariamente diventare operai specializzati, autisti, addetti al corpo di polizia mentre negli uffici una residua parte per archivi e supporti da definire e concordare con il sindaco». Cambi in vista anche per gli impiegati di categoria C e D, che stando alle direttive di De Luca andranno destinati agli uffici o al corpo di polizia municipale.
Nel piano Salva Messina è previsto anche il taglio della spesa sociale ritenuta improduttiva, con apertura alle privatizzazioni. In tal senso Messina Servizi potrebbe essere sostituita con i privati, così come l’Atm. Riguardo quest’ultima società, De Luca deve fare i conti con il naufragio del nuovo piano di mobilità invernale. Entrato in vigore sabato scorso, oggi il sistema shuttle si è scontrato con la dura realtà del traffico cittadino messinese. Ritardi nei tempi di percorrenza delle navette, che nelle intenzioni del consiglio d’amministrazione di Atm avrebbero dovuto percorre il tragitto da nord a sud in cento minuti, hanno di fatto mandato in tilt l’intero programma. Non sono state rispettate le coincidenze con i collegamenti e centinaia di messinesi sono rimasti in attesa di un autobus che non è passato quando era previsto.
Una situazione che era stata ampiamente preannunciata dai sindacati. In particolare Uil trasporti aveva bocciato su tutta linea il nuovo piano che prevede tra l’altro l’abolizione del tram, con la soppressione delle corse già a partire da questa domenica. Alla luce di quanto registrato oggi, e nonostante il supporto dei vigili urbani che hanno scortato le navette e multato quanti sostavano in doppia fila o lungo le corsie dell’autobus, proprio il segretario del sindacato, Michele Barresi, ritiene «siano dovute le dimissioni del Cda di Atm che con arroganza e superficialità ha partorito un obbrobrio che ha paralizzato la città».