Messina, cappi in fil di ferro per eliminare i cinghiali «Comune senza soldi per comprare trappole innocue»

La zona attorno al Forte Ogliastri di Messina si è trasformata in un campo pieno di trappole per cinghiali. Due notti fa alcune persone accompagnate dai propri rottweiler hanno piazzato innumerevoli trappole artigianali fatte da fil di ferro attorno agli alberi. La presenza di questi animali in riva allo Stretto è diventato un problema cronico e c’è chi ha pensato di risolverlo autonomamente. A lanciare l’allarme su quanto accade nelle colline peloritane sono state le guardie zoofile della Lega nazionale difesa del cane sezione Messina. Hanno persino trovato un cinghiale appeso per il collo con un cappio di fil di ferro. 

«Con non poche difficoltà – raccontano Francesco Mucciardi, Franco Laimo e Marcello Cannistraci, consiglieri della quinta circoscrizione – le guardie sono riuscite a sbrogliare parte della trappola dall’albero, il cinghiale è però fuggito con il cappio ancora al collo». Le guardie zoofile hanno definito surreale la situazione che si è venuta a creare a Forte Ogliastri. Hanno immediatamente chiamato i carabinieri e i vigili urbani che hanno documentato la stato dei luoghi. Dell’episodio è stato informato l’assessore comunale Daniele Ialacqua ed il presidente della V circoscrizione Santino Morabito. «Siamo contrari al bracconaggio – spiegano i consiglieri – e ribadiamo che occorre catturare gli esemplari vivi e successivamente portarli in zone non abitate. Ma sono passati circa quattro mesi dall’ultimo sopralluogo per tastare la gravità del problema cinghiali a Messina. Da allora però nulla si è mosso».

L’area principalmente interessata da quest’invasione è quella della circonvallazione di Messina. La presenza di alcune zone verdi ha favorito la proliferazione degli animali al punto che sono diventati di casa e la gente non ci fa più caso se non quando se li ritrova in cortile o nel garage. Almeno fino a quando si tratta di un cucciolo. Le cose cambiano in presenza di un esemplare adulto. Lo sa bene un contadino che a febbraio è stato caricato dai cinghiali in una campagna alle spalle di viale Regina Elena, come racconta Franco Laimo, consigliere di circoscrizione. «L’uomo coltiva per conto terzi la campagna che si trova in quella zona, aveva appena finito di riempire la ciotola del cane quando ha visto arrivare una famiglia di cinghiali. Ha provato a farli allontanare e come risultato ha ottenuto che lo hanno caricato – prosegue Laimo –, per fortuna è riuscito a rifugiarsi in uno stanzino dove tiene gli attrezzi. Ha aspettato nascosto dentro la struttura fin quando gli animali non sono andati via». 

Purtroppo il giorno dopo, come racconta sempre il consigliere di quartiere, ha trovato il suo cane morto. «Probabilmente è stato attaccato durante la notte, perché il contadino ha trovato la ciotola riversa e segni di un’aggressione». Poche settimane dopo quest’episodio si è svolto il sopralluogo da parte del consiglio della quinta circoscrizione, protezione civile, forestale e assessore all’Ambiente sui luoghi maggiormente interessati dalla presenza di cinghiali, come San Licandro/Viale Regina Elena e la zona di Forte Ogliastri. In quell’occasione si era concordato di porre dei chiusini (trappole non dannose per gli animali, ndr) nelle zone maggiormente frequentate da questi animali per catturarli e trasferirli in zone parecchio distanti dal centro abitato e procedere con l’abbattimento degli esemplari malati. «In quel momento però c’era il problema dell’approvazione del bilancio del Comune – conclude Laimo – che impediva l’acquisto delle trappole. Oggi, superato l’impasse del previsionale, nulla è stato fatto, e nonostante i continui avvistamenti e le innumerevoli segnalazioni da parte dei cittadini e degli stessi consiglieri, gli animali continuano a passeggiare nei centri abitati, rifocillandosi addirittura fra i rifiuti accumulati fuori dai cassonetti».


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