Messina, gruppo assaltava e rapinava ville Le potenziali vittime segnalate dai complici

Lo scorso ottobre la notizia di una coppia di coniugi sequestrati dentro casa ad Ucria aveva gettato l’intera comunità del paesino dei Nebrodi nella paura. Oggi la polizia, dopo mesi di indagine, ha chiuso il cerchio su quello che rappresentava un vero e proprio giallo e che non aveva precedenti simili nella comunità. Nove i provvedimenti eseguiti. Sette le persone arrestate, cinque in carcere. Due ai domiciliari mentre a due è stato disposto l’obbligo di dimora. 

Questo il contenuto dell’ordinanza emessa da gip Andrea La Spada, su richiesta del sostituto procuratore Giorgia Orlando. In carcere sono finiti Robert Costantin Aioani, 22 anni e Iulian Gerogian Hatos, 23 anni, entrambi romeni, Antonino Labua, 37 anni e Gianluca Terrana, 40 anni di Termini Merese e un minore romeno soprannominato dalla banda spiderman. Concessi i domiciliari a Giuseppe Augetto, 39 anni e Francesco Lamia, 28 anni entrambi di Termini Imerese. Obbligo di dimora per Franco Galati Rando, 47 anni di Tortorici, e Angelo Incardona, 40 anni di Roccella. Sono loro, secondo la Procura di Patti, ad aver preparato nei minimi dettagli, l’assalto avvenuto la notte tra il 15 e il 16 ottobre scorso.

Incappucciati e armati di coltello e mannaia hanno sorpreso nel sonno marito e moglie, derubandoli di tutto ciò che di valore i due possedevano in casa, compresi i gioielli che avevano addosso. Si sono poi fatti consegnare le chiavi di casa dell’abitazione di Capo d’Orlando estorcendo loro i dettagli necessari per trovare e aprire la cassaforte. E mentre una parte della banda raggiungeva Capo d’Orlando e svuotava il secondo appartamento, gli altri sequestravano in casa le vittime. I malviventi messo a segno il loro piano se ne sono andati solo dopo lunghe ore di terrore, portando via telefonini e persino l’auto di famiglia.

L’allarme è scattato quando i due malcapitati, in stato di choc per quanto subito, sono riusciti a raggiungere il centro di Ucria. Le indagini non hanno lasciato nulla di intentato. Sono stati esaminati il traffico veicolare su strade ed autostrade, analizzate le immagini di decine di sistemi di videosorveglianza installati nei vari Comuni che potevano essere stati attraversati dai malviventi. È stato passato a setaccio il voluminoso traffico telefonico agganciato nella notte del delitto fino a intercettare le conversazioni ritenute sospette. 

Il primo a essere stato individuato dai poliziotti è stato il basista, identificato in un noto pregiudicato. Hanno così scoperto che quanto successo a Ucria era riconducibile a una banda costituita da uomini del palermitano e romeni,che si avvaleva di una rete di fonti che selezionavano gli obiettivi sul territorio e mettevano a disposizione dei complici le informazioni utili, ricevendo in cambio una quota delle successive refurtive. Durante le telefonate intercetatta per non farsi comprendere gli obiettivi della banda venivano indicati con termini calcistici. «Belle partite da giocare» che, nei concitati momenti dell’esecuzione materiale dei colpi, cedevano il passo a un più operativo gergo militare «operazione Linea d’Addio è incominciata, già è aperta! [….] Stiamo iniziando l’intervento». 

Per la procura quello sgominato oggi è un «gruppo autore di molti altri furti in abitazioni, per lo più ville isolate, tentati o consumati, tra i quali quello avvenuto nella prima mattinata del 14 novembre 2016 a Sant’Agata MiIlitello».

Il gruppo non si esclude stesse organizzandosi per elevare ulteriormente il livello di aggressività e pericolosità della sua azione, con l’utilizzo anche di travestimenti. «In una delle conversazioni uno dei componenti della banda chiedeva di reperire tute bianche del tipo da imbianchino nonché parrucche e maschere da clown, destinate esplicitamente ad essere indossate in azioni illecite». Durante le perquisizioni domiciliari effettuate stamani dai poliziotti è stata rinvenuta una pistola calibro 6,35 con relativo munizionamento, due pistole giocattolo e la somma di 3mila euro.


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