Un report sugli immobili comunali elaborato dal dipartimento Patrimonio fotografa una situazione paradossale in cui l'amministrazione non riesce a gestire i beni di sua proprietà. Diciotto scuole sono inutilizzabili. E ci sono anche edifici di notevole valore di cui usufruiscono altri enti pubblici senza alcun beneficio per il Comune
Messina, al Comune mancano le chiavi dei propri beni Occupati da senza casa, animalisti e vigili in pensione
Diciotto scuole inutilizzabili. Quattro perché sedi di seggio elettorale, le altre perché danneggiate, vandalizzate o senza chiavi. Lo dice un report sugli immobili del Comune di Messina, elaborato dal dipartimento Patrimonio, Demanio ed Espropriazioni, dietro richiesta di Daniela Faranda, capogruppo in consiglio del Nuovo centrodestra. Il documento principale risale al 30 ottobre scorso ma è stato integrato con una serie di dati recentemente aggiornati. A destare perplessità – si registrano pure mancate entrate nonostante alcuni edifici siano utilizzati da altri enti – è quanto gli uffici scrivono proprio nell’ultima riga: «Nessun riscontro si è ottenuto a seguito delle suddette relazioni».
Sorprende, trattandosi di una pubblica amministrazione, che per molti stabili risultino mancare le chiavi. È così per l’ex scuola Antoci di Pezzolo, per la quale sono state espletate invano le procedure per la concessione onerosa del piano terra. Un’altra ex scuola, la Pietro Donato, a villaggio Paradiso, inserita nel piano delle alienazioni, è attualmente occupata abusivamente da quattro famiglie, alle prese con la piaga della morosità incolpevole. L’Unione inquilini invoca interventi di auto recupero. Nel report si parla di «chiavi mancanti perché consegnate con verbale del 3 ottobre 2013 all’assessorato alle Politiche sociali». Con nota del 6 novembre 2014 è stata richiesta la restituzione. Come se le Politiche sociali e il Patrimonio non facessero capo alla stessa amministrazione.
L’elenco delle scuole occupate abusivamente o vandalizzate è lungo. Come l’ex scuola Nicolas Green e l’ex asilo di Camaro San Luigi, ormai inutilizzabili. Stesse condizioni per l’ex scuola materna di Santa Lucia sopra Contesse, l’ex scuola di Locanda Grasso, quella di contrada Serre e quella di Castanea, in contrada Frischia. Nella fattispecie, è stata revocata l’assegnazione all’Organizzazione europea dei vigili del fuoco, il 27 maggio 2014, con l’intenzione di agire legalmente per 90mila euro a causa di lavori non eseguiti. La giunta vorrebbe liberarla per assegnarla al dipartimento Ambiente e sanità per fronteggiare il randagismo. L’ex scuola di Molino è «danneggiata dall’alluvione del 2009 e inutilizzabile».
L’ex scuola di Granatari/Ganzirri è «inutilizzata e ancora nella disponibilità del dirigente scolastico». Ricorre quasi senza eccezioni l’espressione «chiavi mancanti», come per l’ex asilo nido di Villa Lina, nella disponibilità del dipartimento e dell’assessorato alle Politiche sociali. L’ex scuola di veterinaria di via Don Blasco è «occupata abusivamente da associazioni animaliste».
Tra gli immobili aventi altre destinazioni d’uso, il centro civico polifunzionale di Bisconte, sede di associazioni. Qui, sono state attivate le procedure di sgombero poiché i l’edificio è stato inserito nel piano delle alienazioni. All’interno, una scuola materna danneggiata. In pessime condizioni e non utilizzabile l’ex caserma della Guardia di finanza di Spartà. Riguardo all’ex centro antidoping dello stadio San Filippo, dal 7 novembre scorso è in atto una richiesta di restituzione delle chiavi, ancora in possesso dell’Asp. Nel palazzo Satellite, sede del dipartimento Politiche sociali e della polizia municipale, c’è uno scantinato da mille e 300 metri quadrati utilizzato dall’associazione dei vigili in pensione. Ma «non si hanno notizie del provvedimento di assegnazione» e le chiavi, nemmeno a dirlo, «sono mancanti». Identica solfa per l’ex mercato ittico – sono state consegnate all’assessorato al Commercio e la richiesta la restituzione risale al 6 novembre scorso – e per l’ex macello.
Ci sono poi storie come quella dell’ex succursale Ismig di via Monsignor Bruno. Il primo piano è occupato da una ditta che ha intentato causa per averlo in usucapione, perdendola. Si vorrebbe istituire un centro antiviolenza sulle donne ma è tutto paralizzato da un rimpallo di competenze tra dipartimenti Patrimonio e Pari opportunità. Ci sono, infine, gli immobili di notevole valore utilizzati da altri enti pubblici senza alcun beneficio economico per il Comune. In tutti i casi, dal Magistero all’Orto botanico, il dipartimento Patrimonio ne sottolinea «il notevole valore economico» e sollecita a più riprese la giunta perché dia un indirizzo politico «al fine di predisporre un’eventuale proposta di corresponsione di un canone».
«Un danno certo» viene considerato dagli uffici «il mancato rilascio dell’immobile» utilizzato dall’istituto nautico Caio Duilio, in via La Farina, «considerato che consentirebbe la riduzione di fitti passivi». Il 18 aprile 2014, il Patrimonio ha esortato l’avvocatura ad agire legalmente contro la Provincia. Ancora, agli atti, non risulta che l’esecutivo si sia pronunziato. Nessun riscontro, da parte dell’amministrazione, nemmeno sull’ex Casa dello studente che, secondo un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale mai rispettato, dovrebbe ospitare il secondo palazzo di giustizia.