Il progetto di escavazione e dragaggio del porto-canale è ancora fermo, per un parere negativo dell'assessorato regionale Territorio e ambiente. La situazione, che interessa la flotta peschereccia più importante d'Italia, è tornata al centro dell'attenzione con l'ondata di maltempo di questi giorni
Mazara, protesta per mancata pulizia del porto canale «A rischio incolumità pescatori e futuro dell’economia»
La recente ondata di maltempo ha fatto scorrere i brividi sulla schiena dei proprietari delle imbarcazioni da pesca ormeggiate al porto-canale di Mazara. Il rischio di danni ai natanti della più importante flotta peschereccia d’Italia è stato più che concreto. I fondali, infatti, non vengono dragati da circa 40 anni.
E proprio per questo, il Coordinamento territoriale filiera ittica Mazara – del quale fanno parte il Distretto della pesca e crescita blu, Confederazione imprese pesca-Federpesca, Co.Ge.P.a. Mazara, Federazione imprese pesca mediterranea-Coldiretti, Fiume Mazaro-Unci Pesca, O.P. Il Gambero e la Triglia del Canale, Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil – ha inviato una nota all’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, dal quale dipende l’Ufficio che si è espresso negativamente in merito alla possibilità di sversamento nella cosiddetta colmata B dei fanghi prelevati dall’escavazione del porto canale.
A seguito di questa decisione, che la marineria mazarese giudica immotivata, il progetto di escavazione del porto-canale è ancora fermo. «Il diniego al collocamento dei materiali dragati della cosiddetta colmata B, cioè un’area individuata a tale scopo dal piano regolatore portuale, regolarmente approvato dall’assessorato – afferma il presidente del Distretto Giovanni Tumbiolo – rischia di soffocare ogni speranza di avere un porto navigabile affossando definitivamente Mazara e con essa l’economia ittica siciliana».
Il Coordinamento ha perciò proclamato lo «stato di agitazione permanente» del settore, non escludendo azioni clamorose per la «riaffermazione della dignità di tutti gli armatori, pescatori e operatori marittimi e portuali che subiscono da anni una insopportabile ingiustizia: la privazione della fonte principale di vita per loro e le loro famiglie, cioè l’uso del porto di Mazara, che ha contribuito al prosciugamento economico e sociale dell’intera città».
Al fianco dei pescatori anche il sindaco Nicola Cristaldi e il presidente del consiglio comunale Vito Gancitano. «Come si può tollerare – si chiede il primo – quello che si sta verificando intorno alla mancata escavazione del fiume Mazaro? Dal 2011 la Regione deve procedere all’individuazione della ditta esecutrice dei lavori e dopo diverse peripezie a nulla è valsa l’aggiudicazione della gara, stante che la stessa è stata praticamente annullata. Di fatto – continua il sindaco – il porto canale di Mazara del Vallo è praticamente inagibile. Tutta la vicenda è una vergogna e dimostra l’incapacità della Regione di spendere i soldi provenienti dall’Europa e da Roma». Gli fa eco Gancitano. «Il maltempo che ha rischiato di far esondare il fiume Mazaro ci fa preoccupare ancor di più in quanto il nostro fiume necessita immediatamente di essere ripulito dai detriti e dragato. Cosa aspetta la Regione a far iniziare i lavori di escavazione? Forse che ci scappi il morto?»
I lavori per l’escavazione, aggiudicati da mesi alla ditta Ecol2000 di Messina, non sono iniziati a causa del parere negativo espresso dagli uffici regionali in merito allo stoccaggio dei materiali prelevati nella cosiddetta colmata B. Di recente i rappresentanti dell’impresa hanno partecipato a una riunione insieme al vice sindaco Silvano Bonanno, il responsabile dell’ufficio Tecnico del Comune, Alberto Ditta. Nel corso dell’incontro, preceduto da un sopralluogo al porto, sono state prospettate soluzioni alternative allo sversamento del materiale prelevato con i lavori di escavazione. Nel frattempo, continua lo stato di agitazione della marineria mazarese.