Matrimoni gay: l’opinione del sociologo

In qualità di sociologo quale è la sua opinione in merito?
Centorrino: “Si tratta di una logica conseguenza degli eventi. Sono sempre esistiti due simulacri: il genere, maschile e femminile, e il matrimonio. Oggi esiste, o meglio si sta evidenziando, un terzo genere: l’omosessuale, che può essere considerato in termini di ibridazione tra le due figure, uomo e donna. Non è un uomo che agisce da donna o una donna che agisce da uomo ma è un genere ex novo. E qua sta il grande errore della discriminazione dell’omosessualità.
Il fatto che questo terzo genere venga oggi istituzionalizzato con una legge come quella spagnola non è altro che il riconoscimento di una richiesta sociale. Un governo è veramente tale se segue le dinamiche sociali, altrimenti è governo di se stesso”.

È possibile che questa legge arrivi anche in Italia o, essendo il nostro paese la sede del Vaticano, è istituzionalmente impossibile?
Centorrino: “Premettendo che una legge è buona se recepisce le istanze della gente, bisogna aggiungere che le legislazioni vengono influenzate anche da variabili esterne, da poteri forti. E la Chiesa è uno di questi. Se noi pensiamo che oggi una legge simile possa nascere, almeno in Italia, senza tener conto delle influenze della cultura religiosa, sbagliamo. Quindi da questo punto di vista è una legge oggi impossibile.
In futuro, bisogna capire quanto la Chiesa sarà disposta a seguire queste istanze sociali o quanto la Chiesa avrà forse la presunzione di dettare, in termini agnostici, le leggi sociali. C’è una bella differenza tra ‘creare’ la società e seguirla. Se la seguirà sarà una legge che ovviamente passerà”.

E riguardo all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali? Crede che a livello educativo possa essere dannoso?
Centorrino: “Siamo sempre legati al concetto del simulacro della famiglia, che una volta aveva una visione patriarcale e oggi è, invece, anche mononucleare. In questo senso una famiglia composta da due individui dello stesso sesso potrebbe essere una rappresentazione di questo simulacro. Ma qui il mutamento sociale è molto forte.
Se per un individuo è più difficile venire etichettati in base alla persona che ha accanto, per un bambino, invece, questo meccanismo scatta dai genitori: un bambino non è un bambino ma è ‘il figlio di’ e lo sarà per molto tempo. A livello sociale pensare alle conseguenze di un bambino etichettato come figlio di due omosessuali significherebbe far scontare, forse eccessivamente, al bambino la scelta di due uomini o di due donne. Quindi io ritengo che è più facile oggi accettare un matrimonio tra gay che non una loro adozione. Domani magari si sarà pronti anche a questo”.


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