Massimo Costa, ‘barra’ al centro

Doveva essere il giorno della verità. Invece è stata la giornata delle ‘quasi’ verità. Perché nella conferenza stampa un po’ pirotecnica (e autocelebrativa fino all’inverosimile…) andata in scena questa mattina al teatro Politeama di Palermo, Massimo Costa, candidato a sindaco del capoluogo siciliano, ha comunque lasciato un velo di ambiguità. Ha detto a chiare lettere di aver incontrato Gianfranco Fini, Pierferdinando Casimi e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo. E ha detto poco o nulla del Pdl, non negando, però, un possibile rapporto con gli elettori dell’area berlusconiana.
Stando alle sue parole, la chiusura al Pdl dovrebbe essere netta. Ma in politica, sa, tutto è possibile. Anche che un cronista – come chi scrive – possa avere interpretato male il senso delle parole. E, infatti, un comunicato stampa diramato da Costa un’ora dopo la conferenza stampa smentisce la nostra interpretazione: “Mi sono candidato – chierisce Costa – accogliendo una chiara proposta e richiesta fatta da Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini durante un incontro a Roma. Successivamente mi sono incontrato con il presidente Lombardo che ha abbracciato la mia candidatura. Sulle alleanze politiche decideranno i partiti nazionali. Sono e resterò un candidato civico che non ha preclusioni per nessuno”.
Detto questo, crediamo di non sbagliarci, però, se registriamo una secca chiusura verso il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, che tutti consideravano – a quanto pare sbagliando – la ‘guida’ di Massimo Costa. Rispondendo alla domanda di una giornalista, che gli ha chiesto se Cascio lo appoggerà, il candidato a sindaco è stato chiarissimo: “Chiedetelo a lui”. Ancora più esplicita l’ulteriore specificazione: “In questo momento con Cascio non ci sentiamo”.
Al di là di una conferenza stampa forse un po’ troppo sopra il rigo, una cosa è sembrata chiara: Massimo Costa ha tenuto ferma al centro la ‘barra’ della sua candidatura. E se ai nomi di Fini e Casini – suoi punti di riferimento – ha aggiunto il nome di Lombardo, sono stati proprio gli uomini del presidente della Regione, presenti in massa alla conferenza stampa (c’erano, tra gli altri, il capogruppo all’Ars, Francesco Musotto, e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao) a far nascere qualche dubbio. Erano lì per far vedere a tutti che il presidente della Regione è parte dell’operazione?
Il dubbio, insomma, è che la presenza di Lombardo che ondeggia un po’ con il Pd (con il quale è al governo alla Regione) e un po’ con il Terzo polo di Casini e Fini possa creare qualche problema. A chi? Allo stesso Lombardo, ovviamente. Anche perché, appena qualche giorno fa, conversando con la capogruppo all’Ars dell’Udc, Giulia Adamo, abbiamo raccolto la seguente dichiarazione che non dà spazio a tentennamenti: “Noi – ci ha detto Giulia Adamo – restiamo fuori dal governo della Regione”.
Potrà Lombardo continuare a ‘viaggiare’ nell’ambiguità, con un ‘piede’ nel Pd e l’altro ‘piede’ nel Terzo polo? La sensazione è che questa ambiguità possa non essere tollerata, non dal Pd siciliano – che nell’ambiguità ha costruito tre anni di politica regionale governando, per l’appunto, con Lombardo di diritto & di rovescio – ma con i partiti di centro e, segnatamente, con l’Udc che, a Roma come a Palermo, ha tutto l’interesse a lanciare messaggi politici e culturali chiari agli elettori.
E per il resto? Quello che possiamo aggiungere sono un paio di battute raccolte al volo da tre uomini politici di lungo corso. Nino Lo Presti, parlamentare nazionale di Futuro e libertà, ovviamente vicinissimo a Gianfranco Fini: “Mi sembra che il perimetro politico ‘disegnato’ da Costa sia chiaro: Fini, Casini e Lombardo”. E il Pdl?, chiediamo. “Non mi risulta che sia della partita”, ci risponde. “E, in ogni caso – aggiunge – sarebbe questione più romana che siciliana”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Ciccio Musotto, Mpa: “Il Pdl in appoggio alla candidatura di Costa? Non mi sembra che ci sia”.
Riccardo Savona
, presidente della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, uomo politico attento e ‘navigato’, di certo non lontano dal presidente della Regione, manifesta qualche dubbio: “Non è da escludere – ci dice – che questa sia un’operazione politica tesa a isolare Lombardo…”.
L’unico dato politico certo – e su questo ci mettiamo la firma – è che Costa è il candidato di un centro politico che vuole eliminare le ambiguità. In questa fase è così. Se emergeranno novità, lo vedremo nei prossimi giorni. O magari il 21 marzo, quando il candidato centrista a sindaco presenterà il proprio programma per Palermo.

 

 


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Doveva essere il giorno della verità. Invece è stata la giornata delle ‘quasi’ verità. Perché nella conferenza stampa un po’ pirotecnica (e autocelebrativa fino all’inverosimile. . . ) andata in scena questa mattina al teatro politeama di palermo, massimo costa, candidato a sindaco del capoluogo siciliano, ha comunque lasciato un velo di ambiguità. Ha detto a chiare lettere di aver incontrato gianfranco fini, pierferdinando casimi e il presidente della regione, raffaele lombardo. E ha detto poco o nulla del pdl, non negando, però, un possibile rapporto con gli elettori dell’area berlusconiana.

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