Le Fiamme gialle hanno posto i sigilli su larga parte dell'impero economico che l'uomo avrebbe accumulato grazie a una «costante operazione di frode fiscale». È accusato di truffa ai fondi comunitari e di violazione delle norme in tema di edilizia. Ad aprile aveva tentato di girare il patrimonio ai familiari
Marsala, maxi sequestro a imprenditore Licata Guardia di finanza blocca beni per 127 milioni
Alberghi, sale ricevimento, resort e poi ancora benessere, ristoranti, stabilimenti balneari e altro ancora per un totale di 127 milioni di euro. È quanto sequestrato dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Trapani all’imprenditore Angelo Michele Licata. Il provvedimento – che comprende 10 società, 3 ditte individuali, 75 fabbricati, 257 terreni, 23 autoveicoli ma anche oltre 70 conti correnti, partecipazioni societarie e polizze sulla vita – è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, su richiesta della Procura della repubblica di Marsala. Si tratta del sequestro più imponente a livello nazionale.
Licata è accusato di aver accumulato tale patrimonio grazie a una costante operazione di frode fiscale. L’imprenditore avrebbe attuato, inoltre, numerose truffe ai fondi comunitari e si sarebbe reso responsabile di ripetute violazioni delle norme in tema di edilizia e sanità pubblica. Per gli inquirenti, così facendo, Licata avrebbe «drogato» l’economia locale, creando un vero e proprio impero economico.
Dalle indagini è emersa la rilevante «pericolosità fiscale» dell’indagato, che era a capo di una potenza economica non giustificabili dai redditi dichiarati dal proprio nucleo familiare. A fiutare il rischio sequestro era stato, ad aprile, lo stesso Licata, che aveva tentato di svuotare i propri conti correnti, girando la liquidità sui conti di familiari non interessati dall’inchiesta della magistratura.