Bello avere un magistrato antimafia in giunta. Si fa una gran figura sui giornali e ci riempie la bocca di parole come legalità e voglia di rivoluzione. Bello, però, fino ad un certo punto. Quando questo magistrato comincia ad applicare la legge nell'assessorato che gli è stato affidato, non guardando in faccia nessuno, cominciano i guai. E' quello che sta succedendo a nicolò marino, assessore regionale all'energia e ai rifiuti, settori delicatissimi da sempre in mano a poteri poco trasparenti in sicilia, come sanno pure le pietre.
Marino nel mirino di Crocetta: al Pd il compito di fare il ‘lavoro sporco’
Bello avere un magistrato antimafia in Giunta. Si fa una gran figura sui giornali e ci riempie la bocca di parole come legalità e voglia di rivoluzione. Bello, però, fino ad un certo punto. Quando questo magistrato comincia ad applicare la legge nell’assessorato che gli è stato affidato, non guardando in faccia nessuno, cominciano i guai. E’ quello che sta succedendo a Nicolò Marino, assessore regionale all’Energia e ai Rifiuti, settori delicatissimi da sempre in mano a poteri poco trasparenti in Sicilia, come sanno pure le pietre.
Marino si è messo in testa di fare sul serio. Non ha capito che il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, lo aveva scelto solo per fare scena. Scelta che rivela i limiti dello stesso Crocetta: come può pensare di farsi affiancare da persone di un certo calibro e poi trattarli come pupi? Gli è andata male con Zichichi e Battiato, cacciati dalla Giunta per troppa libertà di pensiero, e la storia si sta ripetendo. E’ solo questione di tempo. Certo gli è andata bene con Lucia Borsellino che si è fatta travolgere da uno scandalo vergognoso (il caso Humanitas) e ancora sta lì a fare finta che non sia successo niente.
Ma a differenza dell’assessore alla Sanità, che in fondo porta solo un cognome importante e nessuna storia personale, Marino non ci sta a farsi incastrare dalla banda di politicanti e affaristi che regge il Governo siciliano. Così è finito nel mirino di chi non si aspettava che davvero qualcuno, nella Giunta Crocetta, fosse intenzionato a fare rispettare le regole.
Da qui gli attacchi isterici di Confindustria Sicilia (nell’ormai nota polemica sulla gestione delle discariche, regno dei privati e di interessi illeciti) ed ora, del Pd. Che lo attacca sull’eolico o su altri pretesti che servono solo a dimostrare che un magistrato serio in Giunta, non lo vogliono. Si sono dati il turno. Quasi quasi viene da pensare che il Pd sia in effetti il portavoce ufficiale degli industriali siciliani.
Intanto Crocetta, che si era chiuso in un vergognoso silenzio quando Marino era sotto attacco da parte di Giuseppe Catanzaro (vice presidente di Confindustria Sicilia che gestisce una discarica in provincia di Siculiana) ha ritrovato le parola, ed esorta l’assessore a rispettare il programma. Al di là della legalità? Con un occhio chiuso?
Secondo quanto riporta Repubblica Palermo, inoltre, Crocetta si sarebbe fatto consigliare dal senatore Beppe Lumia, su come comportarsi con lassessore ribelle. Il che è come dire che Cappuccetto Rosso ha chiesto consigli al lupo su come salvare la nonna. Lumia, infatti, è l’asse intorno a cui gira l’accordo che ha portato Confindustria Sicilia ad occupare i vertici dell’amministrazione regionale. Con il placet del Pd.
Il Presidente della Regione per ora avrebbe scelto di temporeggiare: «Non voglio che mi si dica che lho cacciato perché ha attaccato Confindustria” dice.
E chi mai potrebbe pensarlo? Solo tutti gli esseri pensanti. Lo caccerà per questo motivo, ma sta lasciando al Pd il compito di fare il lavoro sporco. E loro in questo, sono bravissimi.
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