Il passo indietro dalla presidenza dell'Industra Acqua Siracusana, che si occupa di acque reflue nell'area del petrolchimico, arriva dopo giorni di sollecitazioni. A inizio anno, la 63enne è stata rinviata a giudizio per il depuratore di Capo d'Orlando
Maria Grazia Brandara presenta dimissioni dallo Ias «Indagine Montante? Da 18 mesi attendo di chiarire»
Dopo la pressione degli ultimi giorni, Maria Grazia Brandara si è dimessa dallo Ias. L’ormai ex presidente dell’ente Industria Acqua Siracusana, che nella provincia aretusea gestisce lo smaltimento delle acque reflue nell’area industriale, ha presentato ieri una lettera di dimissioni all’assessorato regionale Attività produttive. Brandara, che è sindaca di Naro, in provincia di Agrigento, è tra gli indagati in uno dei filoni dell’inchiesta Double Face sulla rete di rapporti messa in piedi negli anni da Antonello Montante, già condannato a 14 anni in abbreviato. Una notizia, quella del coinvolgimento di Brandara, risaputa da tempo ma che è tornata al centro dell’attenzione di recente.
La 63enne, infatti, a inizio anno è stata rinviata a giudizio per fatti relativi alla gestione del depuratore di Capo d’Orlando di proprietà dell’Irsap, l’istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive. Qualche giorno fa, invece, il suo nome è stato al centro di parte della conferenza stampa convocata dal presidente della commissione regionale Antimafia Claudio Fava, all’indomani della notizia del deposito delle motivazioni relative al processo Terra mia sui rapporti tra i vertici di Oikos – società che gestisce la grande discarica di Motta Sant’Anastasia – e l’ex funzionario regionale corrotto Gianfranco Cannova. «Brandara è stata un’architrave del sistema Montante – ha detto Fava -. Lo abbiamo appreso nel maggio 2018, non oggi, ma tutto questo non ha indotto la Regione a chiedere a Ias di fare un passo indietro. Abbiamo chiesto spiegazioni e ci sentiamo rispondere dall’assessore al ramo che “non abbiamo strumenti giuridici”. A questa risposta vorremmo suggerire affettuosamente che si possa fare ricorso ai mezzi della politica».
E così ieri è arrivata la lettera di Brandara diretta all’assessorato retto da Mimmo Turano. Un passo indietro che al momento non è chiaro se sia arrivato dopo una sollecitazione giunta dalla giunta regionale, ma che è stato accompagnato da una nota polemica. «Sono indagata nella vicenda Montante e aspetto da 18 mesi di essere sentita per chiarire la mia posizione», ha detto Brandara.