Maria Campagna, la donna che riempie l’Europa di cocaina Gli affari in Olanda della compagna del boss Turi Cappello

«Incomincia ad avvisare. Dagli la bellissima notizia». Serafino Rubino è latitante in Colombia mentre stringe tra le mani il suo BlackBerry, euforico perché la notizia di cui parla non è una cosa qualunque ma il regalo di compleanno per il fratello Giulio. Un lavoro «da 128». Come i chili di cocaina che Rubino annuncia di avere fatto spedire dal Sud America, destinazione Italia. Un’operazione che vale milioni di euro, resa possibile grazie ai buoni rapporti dei presunti trafficanti casertani con Big. Nickname di un broker colombiano della droga che non verrà mai identificato dalle forze dell’ordine. A Roma arriva però Pedro, un emissario dei fornitori. E quando Giulio Rubino lo incontra, in un ristorante vicino alla stazione Termini c’è pure una donna. Scarpe sportive bianche e capelli scuri legati in una lunga coda. Lei è Maria Rosa Campagna, 49 anni. Meglio nota per essere la compagna del boss catanese Turi Cappello. Oggi – dopo l’operazione antimafia Penelope – si trova dietro le sbarre del carcere campano di Santa Maria Capua Vetere, ma due anni fa la donna sarebbe stata una delle figure centrali per l‘importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sud America. Il suo nome è uno di quelli più importanti dell’operazione European ‘ndrangheta connection. Inchiesta che ha portato, due giorni fa, a 90 arresti fra Calabria, Nord Europa e Sud America. Tutto grazie a un coordinamento (Joint Investigative Team) fra polizie e magistrature dei diversi Paesi interessati.

Il passaggio chiave per concludere l’affare, annunciato ad aprile 2016 da Rubino, è l’apertura del container. Perché è via mare che viaggia la droga importata dal Sud America. Ma quel cassone, identificato dal codice INBU3711911, a un certo punto sembra essere sparito. Tanto che gli indagati iniziano a essere perplessi sulla buona riuscita dall’operazione. Anche perché non trapela nessuna notizia di sequestri da parte delle autorità. Alla fine il carico arriva al porto di Napoli, ma soltanto dopo una sosta nello scalo marittimo di Gioia Tauro, in Calabria. I telefoni vengono inondati di messaggi ma quando c’è da aprire il container ecco l’amara sorpresa. «Alzalo e svuotalo», scrive Rubino a un suo complice. Ma di bianco in quei sacchi c’è solo dello zucchero. La cocaina, invece, è rimasta a Panama, al confine con la Colombia. Trovata dalla polizia locale all’interno di tre borsoni. Solitamente la droga viene sistemata nella parte iniziale con il cosiddetto metodo del rip-off. Così all’apertura lo stupefacente può essere preso subito in consegna, senza attendere che venga svuotato tutto il carico con il suo contenuto legale. Nelle foto che vengono mandate dal porto di Napoli, invece, si vedono soltanto dei sacchi bianchi ricolmi di zucchero. Della droga nemmeno l’ombra. 

Per provare a sfuggire a intercettazioni e cimici, la rete mondiale della droga si era organizzata attraverso i cellulari BlackBerry e le chat interne del sistema fornito dalla società canadese. Conversazioni coperte da nickname e numeri identificativi. Nei messaggi di questa indagine spesso compare l’appellativo di «», cioè zia. Come il cartello della droga era solito chiamare Maria Campagna. Una «donna con le palle» per alcuni degli uomini con cui ha a che fare, viene descritta dagli investigatori come specializzata «nel recuperare considerevoli quantitativi di cocaina, in qualsiasi porto veniva spedita». In particolare in quello di Napoli, dove la compagna del padrino catanese condannato all’ergastolo avrebbe beneficiato di alcune coperture all’interno dell’area doganale. Nell’affare sfumato a Panama, secondo le indagini, anche lei avrebbe investito un notevole quantitativo di denaro. Così come i fratelli Rubino. Gli affari di Campagna però non si sarebbero fermati.

Alcuni mesi dopo la spedizione sfumata, la donna si imbarca su un volo Napoli-Amsterdam insieme al figlio – anche lui indagato – e a un’amica che conosce lo spagnolo. In tasca gli immancabili cellulari BlackBerry per mantenere i contatti con la persona da incontrare l’indomani. Campagna si sposta in Olanda non solo per verificare personalmente la qualità di un carico di polvere bianca, poi ritenuto «non buono», ma anche per organizzare un presunto recupero di droga. Sul tavolo della trattativa, in una conversazione intercettata tra il latitante Rubino e la donna, finisce il prezzo da pattuire con alcuni nuovi fornitori. «Tu digli al signore però che ci deve fare risparmiare, ca qui la famiglia è grande». Il riferimento di Rubino, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è anche alla cosca Pelle-Vottari di San Luca. Storico sodalizio della ‘ndrangheta che rientra in un’operazione di narcoimportazione da 57 chili di cocaina destinati, forse per errore, al porto di Gioia Tauro. Da capire, come ogni spedizione, non c’è solo il numero del container e la nave che l’ha imbarcato ma anche la percentuale di stupefacente da lasciare come corrispettivo a chi renderà possibile il recupero del carico. L’accordo, secondo l’accusa, si concretizza in un ristorante di Cercola, vicino Napoli. Davanti a una cena a base di pesce a cui prende parte Maria Campagna, insieme al figlio. Anche in questo caso però le cose non vanno come vorrebbero, nonostante l’arrivo in Italia di un nuovo referente dal Sud America per sancire definitivamente l’accordo. 

«Cugì, domani esce la notizia, l’hanno beccata». Un messaggio sullo smartphone letto a voce alta. Con queste parole Domenico Pelle, 26 anni, annuncia ai suoi complici il sequestro del carico di droga al porto di Gioia Tauro. Un fiume di cocaina suddiviso in 51 panetti, che sarebbe dovuto uscire indenne dallo scalo marittimo grazie a un gancio a libro paga della cosca. Poi identificato in Giorgio Violi, che per gli inquirenti è «colui che si adoperava di solito per recuperare, per conto dei narcotrafficanti, le forniture di droga». Un tipo robusto, «scuro in faccia» e con «un occhio storto», che nelle intercettazioni viene riconosciuto come «una persona seria». Nella confusione che crea il sequestro della guardia di finanza viene monitorato anche l’arrivo della donna a casa dei Pelle. Un rapporto non solo legato alla cocaina ma anche a una vecchia amicizia nata dietro le sbarre. Quando nel 2007 la donna si trovava in cella, nel carcere di Messina, con Teresa Vottari, moglie del capomafia Antonio Pelle. «Quella è un mostro», raccontava Antonio Costadura e Domenico Pelle riferendosi alla compagna di Cappello. Tanto da invitarlo a rendersi conto con i suoi occhi andando personalmente al porto di Napoli. «Zona di massima competenza della donna».


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]