Convalidato il sequestro della nave sbarcata a Lampedusa. «Abbiamo appreso che il comandante è indagato, è un atto dovuto», spiega il suo avvocato. Intanto da oggi pomeriggio sit-in in tutta Italia a sostegno della ong Mediterranea
Mare Jonio, ricorso al sequestro. Indagato il comandante Superstite: «Per 4 volte ho provato a fuggire dall’inferno»
«Abbiamo appreso della convalida del
sequestro della MareJonio. Ovviamente nei prossimi giorni faremo ricorso. Noi non godiamo di nessuna immunità, ma siamo certi di avere operato nel rispetto del diritto e felici di avere portato in salvo 49 persone». Così in un tweet la ong Mediterreanea Saving Humans annuncia la linea che seguiranno a seguito dell’apertura dell’indagine da parte della Procura di Agrigento con l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il comandante della nave, Pietro Marrona, è stato iscritto nel registro degli indagati ed è accusato anche di aver violato un articolo del codice della navigazione:
rifiuto di obbedienza a nave da guerra. A procedere sono stati il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli che si trovano a Lampedusa e che stanno coordinando l’inchiesta. Nelle prossime ore i due magistrati dovrebbero iniziare a sentire i componenti dell’equipaggio.
«Abbiamo appreso che il comandante è indagato e che questo è prodromico al sequestro della nave, quindi è un atto dovuto», spiega
l’avvocato Fabio Lanfranco che, insieme alla collega Serena Romano, difende Marrone. «Non conoscendo gli atti stiamo ricostruendo il fatto – aggiunge il legale – Il comandante si è comportato in modo estremamente corretto, ha salvato vite umane, il favoreggiamento a mio giudizio non sta né in cielo né in terra».
Intanto dai migranti soccorsi sul gommone in avaria, ancora fermi a Lampedusa, arrivano le prime
testimonianze. «Un ragazzo diceva “I can’t believe” – racconta Mario Pozzan, attivista di Mediterranea – Era la quarta volta che si metteva per mare per sfuggire all’inferno libico. Ci ha raccontato delle torture che ha subito nelle carceri e di aver visto più di 50 persone morirgli davanti perché gli aguzzini nei campi di concentramento libici non gli davano da mangiare, a quelli che non potevano pagare».
La ong
Mediterranea annuncia che da oggi pomeriggio in tutta Italia verranno organizzati «sit in a sostegno di Nave Mare Jonio. Il progetto – continua – nasce per dare voce a chi muore nel silenzio, per trovarsi laddove si vorrebbe che non ci fosse nessuno, per riuscire, fortunatamente, a salvare ieri 49 esseri umani in balia del mare da giorni. Eravamo l’unica imbarcazione civile presente e, nonostante la nostra presenza – aggiunge l’organizzazione – nelle stesse ore davanti alle coste libiche almeno trenta persone perdevano la vita. E chissà quanti sono i naufragi di cui non ci giunge alcuna notizia. Chiamiamo tutte e tutti ad attivarsi in ogni citta’, per ribadire che i porti sono aperti e che le persone vanno salvate».