La storica competizione ha festeggiato i suoi 25 anni. E non si è fermata neanche di fronte alla pioggia. Primo degli italiani, fra gli uomini, Filippo Lo Piccolo (che aveva vinto nel 2015). Nella gara femminile colpisce l'arrivo in solitaria di Gladys Chepngetich
Maratona di Palermo, ancora nel segno del Kenya Arrivi in solitaria sia tra gli uomini che tra le donne
Bella, spruzzata dalla pioggia e con una forte impronta estera. E’ la maratona di Palermo che oggi ha festeggiato i suoi 25 anni. Compleanno bagnato per la manifestazione organizzata dall’ASD Media@ che dal 2017 si fregia del patrocinio dell’Unesco. E proprio il suo percorso, difficile, muscolare ma che affascina per l’arte e la cultura che offre, ha visto protagonisti oltre 1800.
Il marchio c’è l’ha messo il Kenia con Kenneth Rotich Kemboi, tra gli uomini e Gladys Chepngetich, tra le donne che hanno scritto per la prima volta il loro nome nell’albo d’oro della manifestazione. Gara maschile caratterizzata dal duello casalingo Rotich – Korir con il primo che dopo 31 chilometri ha rotto gli indugi cominciando quella cavalcata solitaria che l’avrebbe portato al traguardo con l’ottimo tempo di 2h14’21 (personal best per il keniano). Alla sua seconda maratona (la prima ad Eldoret) in altura il keniano Rotich ha messo in vetrina classe e potenza.
A poco più di due minuti di distanza il connazionale Korir con il tempo di 2h16’38. Terzo, nettamente staccato lo slovacco Michalec Tomas. Primo degli italiani Filippo Lo Piccolo (Monti Rossi Nicolosi) in 2h44’59 che aveva già vinto a Palermo nel 2015. Tutto facile nella gara femminile con l’arrivo in solitaria per Gladys Chepngetich che ha chiuso la sua fatica 2h51’27, tempo figlio di una tattica di gara troppo aggressiva nella prima parte che ha costretto la keniana ad un finale di sofferenza. Secondo posto per l’americana Grace jenkins dell’Oklaoma in 3h18’11. Terza prima delle italiane, l’altofontina Maria la Barbera in 3h20’27. Grande gioia per l’atleta tesserata per la Trinacria Palermo gara perfetta e finale tra sorrisi e lacrime.
Firma straniera anche nella mezza maratona con la vittoria del belga Paul Romain, in 1h10’08 che ha battuto un pimpante Mohamed Idrissi (Mega Hobby Sport) staccato di 43 secondi. Terzo l’agrigentino Domenico Conti (Universitas Palermo) in 1h18’21. Tricolore sul podio della mezza con un’altra altofontina doc che risponde al nome di Silvia La Barbera (Caivano Runners) che ha chiuso in surplace con un “comodo” 1h27’41.
Alle sue spalle Annalisa Di Carlo (Mega Hobby Sport) in 1h28’53. Terza Rosaria Patti (Trinacria Palermo) in 1h31’38. Emozionante l’arrivo di Vito Massimo Catania, Cavaliere della Repubblica, che ha corso la maratona spingendo la carrozzina di Giusi La Loggia affetta da atassia, notevole anche il tempo finale di 3h30’. In gara anche l’atleta ipovedente Roberto Caronia per lui 21,097 chilometri ed infiniti applausi. All’interno della kermesse, promosso dagli uni-maratoneti dell’Unicredit si è svolto anche il Trofeo Giuseppe Battaglia e Maurizio Fragale, colleghi scomparsi prematuramente: a vincere la gara nella gara è stato Giovanni Lo Giudice.
Ad aprire la Maratona di Palermo è stato il passaggio simbolico della Fiaccola della Pace, momento fuori programma legato alla Peace Run, evento sportivo non competitivo, che ogni anno coinvolge più di 100 nazioni e che questa settimana ha interessato Palermo e i suoi quartieri, con iniziative di pace in ambito culturale, educativo, sportivo e sociale. A seguire la partenza della maratona si è tenuta la “Camminata del Sorriso” promossa dall’associazione Fasted Palermo Onlus (Associazione Thalassemici Ospedale dei Bambini di Palermo) la passeggiata ludico-motoria di tre chilometri, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della talassemia. I primi due bimbi a tagliare il traguardo sono stati Mattia Camarda e Greta Costa. Una maratona di Palermo quest’anno più che mai internazionale, tra atleti provenienti da Francia, Germania, Olanda, Sud Africa, Belgio, Stati Uniti. Un successo per gli organizzatori, volontari e addetti ai lavori che con la maratona lavorano tutto l’anno.