Manzoni, la scuola rischia di chiudere entro dicembre Preside: «Criticità emerse dopo ordinanza pompieri»

Si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda complessa e travagliata della scuola Manzoni di via Plebiscito. Dopo la chiusura del plesso di via Santa Maddalena lo scorso anno e il mancato avvio di una sezione della scuola dell’infanzia, la Manzoni rischia di perdere un altro pezzo. A raccontarlo è l’assemblea in difesa della scuola Manzoni, formata dai genitori degli studenti e dalle associazioni attive nel quartiere Antico Corso, che ha diffuso una nota in cui spiega: «Il 24 ottobre la preside ha comunicato al Consiglio la scelta di chiudere entro dicembre il plesso Manzoni, ovvero quello che ospita tutte le classi di scuola media».

L’alternativa proposta dalla dirigente Concetta Valeria Aranzulla sarebbe il trasferimento delle classi nella scuola Vespucci- Capuana- Pirandello, nella zona della Stazione centrale, a più di un chilometro dalla Manzoni. Con le relative difficoltà per genitori e alunni a spostarsi fin lì. E, soprattutto, con il rischio di sottrarre al quartiere Antico Corso una scuola che rappresenta un’istituzione ben radicata nel territorio. «Il discorso è molto complesso, non posso discuterne in maniera esaustiva in questo momento ma lunedì prossimo alle 9 alla Manzoni ci sarà una conferenza stampa durante la quale potremo affrontare la questione», spiega Aranzulla contattata da MeridioNews.

«Non parlerei di chiusura: c’è una relazione dei vigili del fuoco nella quale viene fatto presente che esistono delle criticità nel plesso e delle scadenze da rispettare. Stiamo cercando un confronto col Comune per trovare rimedi e per evitare qualsiasi rischio all’incolumità fisica di alunni e personal», aggiunge la preside. «È chiaro – conclude – che se l’ente non dovesse ottemperare nei tempi previsti alle richieste presenti nella relazione, il problema sarebbe concreto e ci sarebbe un rischio di chiusura».

Sul caso interviene anche il leader di Catania bene comune Matteo Iannitti per il quale la soluzione è la messa in sicurezza dell’edificio. «Esiste dal 2014 un verbale dei vigili del fuoco che pone una serie di problemi relativi alla sicurezza della scuola, è vero. Questi problemi sono tali da giustificare la chiusura dei locali? Ovviamente non siamo noi a poterlo dire, sta di fatto che non c’è nessuna ordinanza di sgombero da parte del Comune. Che, dal canto suo, si sta effettivamente impegnando a trovare una soluzione da un anno a questa parte», afferma Iannitti. «La soluzione tuttavia non è ancora arrivata e alla ricerca stiamo collaborando tutti». 

«Secondo noi – aggiunge il leader di Cbc – bisognerebbe iniziare immediatamente gli interventi di messa in sicurezza dell’edificio, in modo da continuare a garantire l’attività didattica all’interno della Manzoni. Crediamo siano opere realizzabili, soprattutto se continuiamo ad agire in armonia, come sta già succedendo, con l’amministrazione comunale e con la dirigenza scolastica». Dall’assemblea in difesa della scuola Manzoni Erika Garozzo del Cso Liotru racconta: «Per i genitori dei ragazzi l’idea del trasferimento improvviso costituisce un elemento di enorme complicazione della vita delle famiglie, considerato che molti ragazzini si recano a scuola a piedi perché è vicina alle loro case mentre arrivare in un’altra zona sarebbe più difficile». 

«Se esistono gravi criticità, perché non si sia agito in tempo, perché non esiste un piano programmatico degli eventuali lavori, con date di inizio e fine, con ruoli e responsabilità? Perché parlare di trasferimento a novembre, ad anno scolastico già iniziato, e non prima?», domanda l’attivista. I genitori degli studenti della Manzoni e le associazioni di quartiere incontreranno i docenti della scuola, si confronteranno con la dirigenza e avanzeranno domande e richieste al Comune nel corso di una conferenza stampa che si terrà lunedì 14 novembre a partire dalle 9 nei locali della scuola.


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