Due settimane dopo la conclusione dei mondiali di nuoto a Melbourne, un ritratto del nuotatore azzurro più medagliato della storia
Magnini, un ragazzo d’oro
Vivace ed intraprendente sin da bambino, Filippo Magnini comincia a praticare lo sport alla tenerissima età di 4 anni, cimentandosi nel ruolo di un pattinatore, ma crescendo, la madre lo obbliga ad iscriversi in piscina per poter migliorare il suo fisico esile: quel momento fu la svolta della sua vita.
Filippo comincia ad emergere nel mondo del nuoto sin dagli inizi e a 18 anni è già noto per la sua agilità e velocità soprattutto nei 100 stile libero, qualità per le quali viene soprannominato “Superpippo”.
Nel 2004 riesce a battere diversi record e a vincere molte medaglie tra le quali spicca quella importantissima delle olimpiadi di Atene nella staffetta 4×200 che lo riconferma campione, dopo aver vinto nello stesso anno il campionato europeo di Vienna. Il titolo olimpico è stato un semplice punto di partenza perchè nel 2005 a Trieste, Magnini si riconferma campione europeo e pochi mesi dopo campione mondiale a Montreal.
Filippo non è una meteora come molti pensano e lo dimostra la riconferma dei titoli, rispettivamente a Budapest e Shangai, nell’anno successivo che lo consacra campione come pochi. Ed è così che, per non smentirsi, Superpippo riesce ad ottenere il terzo titolo mondiale consecutivo a Melbourne 2007, un oro ancora più apprezzato perchè condiviso con l’uomo pesce Hayden e perchè conquistato battendo il primatista olandese Pieter Van den Hoogenband. E pochi giorni prima era già arrivato un secondo posto nella staffetta 4×100 che va ad arrichire il suo medagliere personale.
Oltre ad essere un grande campione, Magnini è anche impegnato nel sociale e ha partecipato a numerose iniziative benefiche essendo anche il testimonial dell’A.I.L, l’associazione italiana contro le leucemie nella sezione della sua città, Pesaro. Filippo riesce, tra un allenamento e una medaglia, a continuare gli studi presso la facoltà di Scienze motorie di Urbino dove tra un po raggiungerà un altro traguardo: la laurea.
Campione, sensibile e studioso
come si può non definirlo ragazzo d’oro?