Nell'immaginario collettivo, almeno fino al sisma di maggio, è una delle regioni più floride d'Italia, con un'alta qualità della vita. Ancora invisibile per molti è l'infiltrazione della criminalità organizzata, ormai radicata. A dimostrarla ci pensano gli studenti dell'università di Bologna, che da due anni pubblicano un dettagliato dossier su appalti, omicidi, droga e altre attività criminali. «Per rendere questo territorio nemico alla mafia», spiega Gaetano Alessi, uno dei curatori del laboratorio di giornalismo antimafia
Mafie, due dossier sull’Emilia Romagna Il business criminale spiegato dagli studenti
Omicidi, arresti, affari criminali, convivenza con le organizzazioni straniere. Potrebbe sembrare la Sicilia e invece si tratta dell’Emilia Romagna. Fino a non troppo tempo fa paradiso per la qualità della vita – almeno fino al sisma di quest’anno – ormai infiltrata dalle mafie come il resto d’Italia. Anche se molti, ancora, non lo sanno. A mettere nero su bianco in un dettagliato dossier lo stato della criminalità organizzata nella regione sono gli studenti di Scienze politiche e Giurisprudenza dell’università di Bologna. Riuniti nel laboratorio di giornalismo antimafia, curato da Gaetano Alessi – fondatore di AdEst, giornale di Raffadali, e vincitore del premio Fava 2011 – insieme a Massimo Manzoli e Giulia Di Girolamo e con la docente Stefania Pellegrini. Un primo volume era già stato pubblicato lo scorso anno: «Una frustata lo considerò qualcuno, un importante strumento contro le mafie la voce di molti – scrive Alessi – In realtà era solo lo splendido lavoro di un gruppo di ragazzi legati dalla volontà comune di rendere questo territorio nemico per la criminalità organizzata».
Nel primo dossier 2010-2011 gli studenti si sono concentrati sulle infiltrazioni nel
settore edile, il gioco d’azzardo e la presenza di sorvegliati speciali sul
territorio. Tra nomi eccellenti, omicidi e arresti. Quest’anno, nell’edizione 2011-2012 dedicata a Roberto Morrione – giornalista e già direttore di LiberaInformazione -, si trovano invece tutte le informazioni sul business criminale degli appalti, del trasporto e movimento terra, sui traffici di armi e droga, le mafie straniere e la prostituzione. Due lavori che si integrano tra loro, ma non si esauriscono. «Perché le mafie mutano, si adattano e si riciclano e così il compito di chi fa antimafia sociale è continuare ad inseguirle, denunciare, stimolare le istituzioni spiega Alessi – E una partita lunga, di cui forse non vedremo la fine ma che rende una vita degna di essere vissuta».
– Scarica il dossier Le mafie in Emilia Romagna 2011-2012
– Scarica il dossier Le mafie in Emilia Romagna 2010-2011
[Foto di Luciano Burino]