Matteo Marchese si è dimesso da consigliere comunale di Misterbianco, in provincia di Catania. Lo avrebbe annunciato lui stesso durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto davanti alla giudice per le indagini preliminari (gip) di Catania, alla presenza del suo legale e di una pubblica ministera. Ieri Marchese è stato arrestato dai carabinieri per scambio elettorale politico-mafioso insieme […]
Foto del profilo Facebook Matteo Marchese
Voto di scambio, Matteo Marchese si dimette da consigliere comunale di Misterbianco
Matteo Marchese si è dimesso da consigliere comunale di Misterbianco, in provincia di Catania. Lo avrebbe annunciato lui stesso durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto davanti alla giudice per le indagini preliminari (gip) di Catania, alla presenza del suo legale e di una pubblica ministera. Ieri Marchese è stato arrestato dai carabinieri per scambio elettorale politico-mafioso insieme ad altre 18 persone nell’ambito dell’operazione antimafia Mercurio, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania sul clan Santapaola-Ercolano. Il suo avvocato – che è lo stesso del deputato regionale Giuseppe Castiglione, anche lui arrestato ieri nell’ambito della stessa inchiesta – ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame, cosa che ha fatto anche per quanto riguarda la situazione di Castiglione. Al centro dell’interrogatorio di Marchese la sua conoscenza e la sua presunta frequentazione di uno degli indagati, Domenico Colombo, che – secondo l’accusa – per le elezioni amministrative a Misterbianco del 2021 sarebbe stato l’affiliato al clan che avrebbe fatto da tramite con l’organizzazione mafiosa per ottenere dei voti.
Marchese – che avrebbe conosciuto Colombo nel 2011 – durante l’interrogatorio lo avrebbe definito un millantatore, che si vantava di avere molti voti e avrebbe aggiunto: «Io avevo un mio bacino di elettori, e nei quartieri dove lui sosteneva di portarmi delle preferenze – come a Lineri o a Monte Palma – non ho mai preso più di 10-12 voti, che erano i miei». Marchese avrebbe sottolineato di non sapere delle presunte frequentazioni di Colombo con ambienti mafiosi e che avrebbe scoperto la sua parentela con la famiglia Santapaola quando si doveva organizzare il suo matrimonio. E alla domanda della pubblica ministera se non avesse allontanato Colombo dopo aver appreso di questa parentela, Marchese avrebbe detto: «No, perché non ho fatto mai nulla di male e ho continuato a non farlo».
Marchese avrebbe parlato anche della sua conoscenza con Antonino Bergamo, già condannato perché ritenuto uomo di fiducia del boss Aiello, legata a due passioni tra loro condivise: il calcetto e la caccia. Durante l’interrogatorio Marchese avrebbe ricordato che Bergamo era in possesso di regolare porto d’armi. Marchese avrebbe sostenuto che quando è venuto a conoscenza dei presunti contatti di Bergamo con degli affiliati non lo ha allontanato per lo stesso motivo adottato per Colombo: non aveva fatto alcunché di male.