Mancava da un anno ed è appena stato nominato nei giorni scorsi. È il presidente del Consorzio etneo per la legalità, nato nel 2008 e rimasto in sordina. Adesso, però, il neo-dirigente promette un cambio di passo. Riallacciando i rapporti con l'Agenzia nazionale diretta dal prefetto Postiglione
Mafia, un nuovo consorzio per i beni confiscati «Finanziamenti comunitari per ristrutturarli»
Era rimasto per un anno senza presidente. Finché, nei giorni scorsi, non è stato nominato quello nuovo, che si è insediato nei giorni scorsi. È Pierpaolo Lucifora, il nuovo vertice del consiglio di amministrazione del Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo, formato da 18 Comuni del comprensorio etneo e dalla Provincia di Catania. «Mi impegnerò a dirigerlo chiedendo quanti più aiuti possibili e in tempi rapidi», afferma Lucifora. Il consorzio, finora rimasto in sordina, ha il compito di gestire con finalità sociali i beni confiscati dall’autorità giudiziaria alle associazioni criminali, anche di tipo mafioso.
Da Catania a Viagrande, passando per Aci Castello, Aci Catena, Belpasso, Calatabiano, Camporotondo Etneo, Castel di Iudica, Gravina di Catania, Linguaglossa, Mascali, Mascalucia, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Piedimonte Etneo, Ramacca, San Giovanni La Punta, San Pietro Clarenza e Tremestieri Etneo. E, ovviamente, per la Provincia di Catania. Sono queste le istituzioni che fanno parte del consorzio. E che hanno scelto di stipulare con esso una convenzione.
Un nuovo passaggio nella complicata assegnazione dei beni confiscati. Che a Catania ha recentemente subito un ulteriore rallentamento: la notizia della mancata nascita, nel capoluogo etneo, di una sede dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Che sarebbe dovuta sorgere in un appartamento di viale Africa a Catania, confiscato alla famiglia mafiosa dei Ferrera Cavadduzzu e diventato patrimonio dello Stato.
«Uno degli obbiettivi è quello di riallacciare i rapporti con l’Agenzia», sostiene Lucifora. «Il consorzio è nato con lo scopo principale di gestire e affidare a terzi solo per finalità sociali e a titolo gratuito i beni confiscati alle associazioni criminali e mafiose. Nel corso di questi anni – continua – Sono stati diversi i beni che i Comuni hanno affidato al consorzio e che questo ha a sua volta affidato ad associazioni di volontariato. Bisogna, però, comunicare meglio ciò che viene fatto».
«I componenti del consiglio di amministrazione – prosegue il neo-dirigente – sono dei liberi professionisti, come previsto dallo statuto del consorzio. Il concessionario non deve avere scopi di lucro, saranno associazioni di volontariato e tutte le forze del terzo settore a gestire i beni, purché abbiano esperienza in materia». E aggiunge: «Attualmente c’è in itinere una gara al Comune di Mascalucia per l’affidamento di un terreno sul quale è stato fatto un campo sportivo mediante finanziamenti comunitari».
«I beni che vengono assegnati – continua Lucifora – sono spesso fatiscenti. Quindi, per non gravare in maniera eccessiva sulle associazioni che li prenderanno in consegna, è importante ottenere quanti più finanziamenti comunitari».