Vincenzo, Gaetano e Antonino Valenti, fratelli pregiudicati ritenuti affiliati al clan Pillera-Puntina, insieme a Giuseppe, figlio del primo, sono stati arrestati ieri mattina dai Carabinieri etnei. Secondo gli inquirenti, dal 2011 avevano preso di mira un impresario obbligandolo ad eseguire lavori di ristrutturazione gratuiti, tentando di far assumere il più giovane arrestato con uno stipendio di 3600 euro al mese e di acquistare l'azienda sottoprezzo. Ma la vittima si è ribellata
Mafia, quattro arresti nel Catanese Imprenditore denuncia per salvare l’azienda
Una casa rimessa a nuovo senza spendere un centesimo, un lavoro con uno stipendio da sogno e la pretesa di acquistare un’azienda a una cifra tre volte inferiore al suo valore di mercato. E’ successo nel Catanese, dove un imprenditore edile era stato preso di mira da quattro estorsori che, dal 2011, avevano esercitato su di lui continue minacce ed intimidazioni. Ma la vittima, stanca di subire, ha denunciato tutto ai Carabinieri. Al termine delle indagini sono così finiti in manette per estorsione Vincenzo Valenti, classe 64, Gaetano Valenti del 59 e Antonino Valenti del 61, fratelli e pregiudicati ritenuti affiliati al clan Pillera-Puntina. Insieme a loro è stato arrestato anche Giuseppe Valenti, 28 anni, figlio del primo. I quattro sono stati catturati tra Catania, San Pietro Clarenza e Mascalucia.
Una vicenda di racket e prepotenza che ha inizio nel 2011 quando, a furia di ripetute minacce, Vincenzo e Giuseppe Valenti avevano costretto limprenditore catanese a ristrutturare gratuitamente una casa di loro proprietà in provincia di Catania. Lavori che sarebbero costati all’impresa della vittima – che in quel periodo stava attraversando un momento di difficoltà economiche – circa 18mila euro. Ma le pretese dei Valenti non finiscono qui. Secondo gli inquirenti, padre e figlio avrebbero continuato a minacciare l’imprenditore nel tentativo di obbligarlo ad assumere il 28enne e a corrispondergli uno stipendio mensile da capogiro di 3.600 euro.
L’obiettivo dei Valenti, però, era di entrare in possesso dell’azienda della vittima. Dopo altre minacce e vessazioni, Giuseppe Valenti era addirittura «entrato con fare arrogante nei locali dellimpresa, costringendo tutti gli operai ad andarsene e chiudendo con un lucchetto il portone di ingresso in modo da impedire laccesso e gridando che lazienda era di sua proprietà», riportano i Carabinieri in una nota per la stampa. Un episodio che aveva solo preceduto la pretesa da parte dei tre fratelli di acquistare lazienda e i macchinari ad un prezzo tre volte inferiore alleffettivo valore di mercato. Altre minacce, che però sono state le ultime perché la vittima, esasperata dalle continue intimidazioni e intenzionata a non perdere la sua azienda, ha deciso di ribellarsi denunciando tutto ai Carabinieri. Gli estorsori adesso di trovano rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza.
[Foto di Tar Sands Blockade]