A incastrare Luigi Salerno, 71enne già condannato per associazione mafiosa, e il genero Giuseppe Bosco sono state alcune conversazioni intercettate, in cui discutono delle cifre da riscuotere. Le vittime, che si sono piegate alle minacce, avrebbero consegnato tra maggio e agosto di due anni fa 1600 euro
Mafia, pizzo a storica attività d’abbigliamento «Sono 500mila, per Pasqua l’ama a portare»
«Più tardi dovresti andare da quello di là e t’anna a dare i picciuli e chistu n’ha dare a risposta, ora ci vai e vedi cosa ti dici, ava a dari cinquecentomila perché per Pasqua l’ama a portare!». Si parlavano così Luigi Salerno, 71 anni, e Giuseppe Bosco di 48, suo genero, ignorando di essere intercettati dai finanzieri del Gico. Sono accusati adesso di estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti dei titolari di una storica attività commerciale palermitana del settore dell’abbigliamento.
Secondo le prima ricostruzioni, il 71enne, già condannato in precedenza per mafia, sarebbe stato il mandante delle richieste estorsive. Mentre il genero sarebbe stato l’esecutore materiale: è accusato anche di aver minacciato le vittime per farsi dare il denaro. A incastrarli sono state proprio le conversazioni intercettate.
I due avrebbero fatto una serie di richieste di denaro ai proprietari dell’attività commerciale, che sono stati costretti a cedere alle minacce. Le indagini tecniche hanno permesso di riscontrare, mediante videoriprese ed intercettazioni, come Bosco abbia dato seguito agli ordini di Salerno riscuotendo complessivamente 1600 euro suddivisi in due tranche di 600 e mille euro, consegnati rispettivamente il 20 maggio e il 27 agosto 2016. I due avevano anche inoltrato un’ulteriore richiesta di denaro di mille euro che avrebbe dovuto essere corrisposta dopo il 27 agosto 2016.