Il Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, sotto inchiesta a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa. Indagato anche il fratello Angelo. I due - secondo un rapporto di tremila pagine dei Carabinieri dei Ros - avrebbero avuto contatti con il boss Vincenzo Aiello
Mafia: Lombardo indagato a Catania
Raffaele Lombardo, presidente della Regione Siciliana, è sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa. Indagati anche il fratello Angelo e il deputato regionale dell’Udc Fausto Fagone, attuale sindaco di Palagonia e vari sindaci e amministratori comunali e provinciali.
La decisione è stata presa dalla procura etnea dopo un rapporto dei Carabinieri del Ros: tremila pagine ora al vaglio del Procuratore, Salvatore D’Agata. Dal dossier risulterebbero contatti dei due fratelli con il clan di Cosa Nostra che fa capo a Nitto Santapaola, ora in mano a Vincenzo Aiello grazie al massiccio” appoggio ed “impegno” del quale sarebbero stati eletti molti amministratori e sindaci del catanese.
Il presidente della Regione ha però dichiarato all’Ansa di “non avere avuto notificato alcun avviso di garanzia” e di “avere appreso la notizia da un amico che ha letto il giornale”. Lombardo ha anche annunciato di voler ricorrere alle vie legali.
Il procuratore D’Agata ha preferito non commentare nel merito dell’inchiesta, ma ha sottolineato che la diffusione di notizie come questa “ha quasi sempre una matrice politica, della quale i giornali divengono a volte involontario strumento”.
Secondo fonti Ansa, la Procura di Catania avrebbe deciso di aprire un’inchiesta sulla fuga di notizie riguardante il fascicolo. Dopo gli atti iniziali, inoltre, l’inchiesta passerà per competenza alla Procura di Messina.
“E’ tutto falso, Aiello non so chi sia”, così il presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, si è difeso ieri durante la riunione straordinaria della giunta reagionale nella sede distaccata di Catania. ”Fiducia assoluta nella magistratura” dichiara e annuncia che “querelerà immediatamente il pentito Maurizio Avola”.
Secondo Lombardo la natura di quelle da lui definite “pattumiera di notizie” sarebbe politica e l’attenzione su di lui sarebbe legata al fatto di avere bloccato i termovalorizzatori, che avevano un infiltrato mafioso. La Procura di Palermo, intanto, deve decidere se trasmettere o meno ai colleghi di Catania gli atti del procedimento per l’architetto Giuseppe Liga da cui emergono contatti tra lo stesso e Lombardo. Ma il presidente della Regione nega ogni presunto rapporto con la mafia e dichiara: ”Andiamo avanti con le riforme e il risanamento”. Il ”Partito del Sud, oggi piu’ che mai va fatto”.
(fonti Repubblica.it e Ansa)