Emersi elementi sull'uccisione di Paolo Arena, assassinato il 28 settembre 1991. Il gruppo mafioso, federato con la cosca Mazzei di Catania, operava tra i Comuni di Misterbianco e Motta Sant'Anastasia. Sequestrati conti correnti e immobili
Mafia, in manette 26 affiliati del clan dei Tuppi Tra gli arrestati anche un carabiniere di Motta
Circa 200 carabinieri, supportati dai reparti specializzati, hanno dato esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 26 persone. Accusate di fare parte del clan mafioso dei Tuppi, operanti nel territorio dei Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. L’operazione, denominata Gisella (dal nome in codice utilizzato nei colloqui telefonici dai giovani sodali del gruppo di Motta per indicare il capo Antonino Rivilli) e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, ha fatto luce anche sull’omicidio di Paolo Arena. Consigliere comunale e segretario della Democrazia cristiana ucciso a colpi di fucile il 28 settembre 1991.
Una forte presenza sul territorio testimoniata anche dall’infiltrazione nelle istituzioni: le indagini, infatti, hanno permesso di riscontrare che il gruppo sarebbe stato agevolato da un militare della stazione dei carabinieri di Motta Sant’Anastasia (adesso destinatario della misura cautelare in detentiva) che avrebbe fornito informazioni sulle attività del proprio ufficio per orientare il clan nella programmazione dei reati. In cambio di utilità economiche, il carabiniere avrebbe rivelato notizie riservate. Adesso è indagato per corruzione e per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio con l’aggravante di avere agito per favorire e agevolare il sodalizio mafioso.
La cosca nel mirino degli inquirenti attualmente opera come articolazione del clan Mazzei di Catania, vicino alla famiglia di Cosa nostra. I reati contestati vanno dall’associazione mafiosa al riciclaggio di denaro. Contestato anche il porto illegale di armi, corruzione ed estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso. Disposto anche il sequestro di conti correnti, beni immobili e attività commerciali per una valore di un milione e mezzo di euro.
L’indagine è partita dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Luciano Cavallaro, storico esponente del gruppo mafioso dei Tuppi (il cui nome è dovuto al soprannome di Mario Nicotra, Mario u tuppu, chiamato così per la sua particolare acconciatura a chignon) in contrapposizione con il clan Malpassotu. Durante i due anni di indagine è stato ricostruito l’organigramma del sodalizio criminale che vede al vertice Gaetano Nicotra, detto zio Tano, fratello di Mario Nicotra che è stato ucciso nel maggio del 1989. A capitanare il gruppo mottese sarebbe stato, invece, Daniele Distefano inteso Minnitta. Il materiale acquisito ha permesso, per la prima volta, di contestare al gruppo dei Nicotra i reati di associazione mafiosa.
Elenco delle persone colpite dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere
1. Domenico Agosta, classe 1986
2. Emanuele Agosta, classe 1990
3. Giuseppe Avellino, classe 1964
4. Filippo Buzza, classe 1974
5. Rosario Salvatore Cantali, classe 1973
6. Gianfranco Carpino, classe 1968
7. Luca Destro, classe 1982
8. Vincenzo Di Pasquale, classe 1967
9. Daniele Distefano, classe 1984
10. Filippo Distefano, classe 1977
11. Carmelo Guglielmino, classe 1978
12. Gaetano Indelicato, classe 1987
13. Alfio La Spina, classe 1982
14. Carlo Marchese, classe 1972
15. Saverio Monteleone, classe 1982
16. Daniele Musarra Amato, classe 1970
17. Antonino Navarria, classe 1960
18. Antonio Nicotra, detto Tony, classe 1966
19. Gaetano Nicotra, classe 1979
20. Gaetano Nicotra, classe 1951
21. Lucia Palmeri, classe 1969
22. Emanuele Parisi, classe 1989
23. Antonino Rivilli, classe 1971
24. Giovanni Sapuppo, classe 1980
25. Francesco Spampinato, classe 1977
26. Giuseppe Piro, classe 1991 (già detenuto)