L'uomo, già arrestato ad agosto con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e favoreggiamento aggravato, è considerato uno dei cardini del sistema ideato dal capo di Cosa nostra per comunicare dal luogo della latitanza. Legali: «Patrimonio coerente con i redditi dei familiari»
Mafia, dissequestrati beni di Michele Gucciardi È ritenuto boss-postino di Messina Denaro
Il tribunale del Riesame di Palermo ha disposto il dissequestro dei beni riconducibili a Michele Gucciardi, considerato uno dei fedelissimi del capo di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. Gucciardi, 62 anni, era stato arrestato lo scorso 3 agosto nell’ambito dell’operazione Ermes, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e favoreggiamento aggravato.
Stando agli inquirenti, Gucciardi sarebbe il reggente della cosca mafiosa di Salemi, nel Trapanese, nonché «filtro» nel sistema messo su da Messina Denaro per comunicare con l’esterno. I suoi beni erano stati sequestrati a inizio dicembre insieme a quelli di Vito Gondola, Giovanni Domenico Scimonelli e Pietro Gambalvo. Per un totale di 13 milioni di euro, tra conti correnti, fabbricati e terreni. A commentare il dissequestro sono stati i legali dell’uomo: «Con l’ausilio di un consulente di parte – si legge in un lancio dell’Agi – sono stati ricostruiti con metodo certosino i redditi del nucleo familiare del Gucciardi, dimostrando come nel caso di specie non vi fosse sproporzione con i beni posseduti, che sono stati tutti restituiti ai legittimi proprietari».