L'idea si deve alla Fondazione Falcone, in partnership con il Tribunale di Palermo e Unipa. Lo scopo è quello di mettere in rete anche gli atti istruttori dei processi storicamente connessi, oltre a quelli degli omicidi La Torre, Mattarella e Reina
Mafia, atti del maxi processo verso digitalizzazione Un pezzo di storia che diventa patrimonio nazionale
Il maxi processo a Cosa nostra come patrimonio nazionale, bene comune messo a disposizione dei cittadini che vogliano conoscere un pezzo fondamentale della storia italiana. Questo è il senso del progetto che prevede la digitalizzazione degli atti del maxi processo e di una serie di processi che hanno segnato la storia della lotta alla mafia, ideato dalla Fondazione Falcone in partnership con il Tribunale di Palermo e l’Università del capoluogo siciliano.
Lo scopo è preservare e mettere in rete, affinché sia facilmente consultabile, l’enorme mole di atti del procedimento “Abbate Giovanni +474”, più noto come maxi processo appunto, istruito dal pool antimafia dell’ufficio istruzione di Palermo di cui facevano parte Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello. La digitalizzazione riguarderà anche gli atti istruttori di processi storicamente connessi come i cosiddetti maxi bis, ter e quater e quelli per gli omicidi di Pio La Torre, Piersanti Mattarella e Michele Reina.