Una faida tra i Carrateddi e gli Sciuto-Tigna. Contrasti per la gestione del traffico di stupefacenti che hanno causato una lunga scia di sangue nel capoluogo etneo. Il 26 agosto di sette anni fa, a colpi di pistola, era stato freddato Sebastiano Fichera. Il mandante di quell'assassinio venne fatto fuori due mesi dopo
Mafia, arrestato il presunto killer di Iano Fichera «Mancava ai doveri di affiliato», ucciso nel 2008
Sarebbe Giuseppe Orestano, classe 1962, pregiudicato e già detenuto, l’esecutore materiale dell’omicidio di Sebastiano Fichera, affiliato al clan Sciuto-Tigna. L’ordinanza di applicazione delle misure cautelari è stata emessa lo scorso 24 luglio dai giudici del tribunale di Catania. L’arresto di Orestano arriva a quattro anni da quello di Biagio Sciuto, che era stato fermato l’1 dicembre 2011. Sciuto, capo indiscusso del clan Sciuto Tigna, era accusato di essere il mandante dell’omicidio di Iano Fichera.
Era il 26 agosto 2008 quando, alle 20.10, il corpo di Fichera è stato ritrovato in via Cairoli 39, nel quartiere popolare di Nesima. Sebastiano Fichera era già pregiudicato per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti e reati contro il patrimonio. Era a bordo di uno scooter quando tre colpi di pistola calibro 7.65 lo hanno raggiunto alla nuca e alla spalla, uccidendolo. Sul selciato della strada è stato ritrovato anche un quarto bossolo, che però non è andato a segno.
Secondo gli inquirenti, l’omicidio di Fichera sarebbe stato dovuto a contrasti economici. Affiliato ai Tigna, Fichera sarebbe stato colpevole di fare affari sulla droga con il clan Cappello-Bonaccorsi, e in particolare con la frangia dei Carrateddi. «Senza dare conto alla famiglia di appartenenza», scrivono gli investigatori in una nota. Fichera sarebbe stato ucciso perché «mancava ai suoi doveri di affiliato». Sottraendo alcuni guadagni degli stupefacenti agli Sciuto e facendoli finire, invece, nelle casse dei Cappello.
La sentenza di morte nei confronti di Iano Fichera sarebbe stata emessa da Biagio Sciuto e Giacomo Spalletta. Quest’ultimo, esponente di spicco dei Tigna, è stato ucciso il 14 ottobre del 2008. Un botta e risposta tra i Tigna e i Carrateddi. Una questione di soldi, ma anche d’onore. Ed è per l’onore che i killer di Spalletta, appena 20 minuti dopo l’omicidio, sono andati al cimitero, sapendo di trovare lì la moglie di Sebastiano Fichera. Un’intercettazione ambientale rivela che lei, davanti alla tomba del compagno, abbia gioito della notizia dell’avvenuto assassinio di Spalletta. Gli investigatori hanno registrato l’ultimo saluto della donna al defunto marito: «Adesso c’è chi ti fa compagnia», ha detto lei.