Il sindaco di Aci Catena è stato interrogato nel carcere di piazza Lanza dalla giudice per le indagini preliminari Anna Maggiore. La riserva verrà sciolta con un'ordinanza nella prossime ore, come spiega il legale Giuseppe Marletta. Il politico, secondo l'accusa, farebbe parte di un «sistema» di tangenti
Maesano risponde a domande della giudice L’avvocato: «Chiesti gli arresti domiciliari»
Circa 45 minuti utilizzati per rispondere alle domande della giudice per le indagini preliminare Anna Maggiore. Il protagonista del colloquio in carcere è stato Ascenzio Maesano, il sindaco di Aci Catena fermato negli scorsi giorni dagli uomini della Direzione investigativa antimafia. Il politico catenoto è accusato dalla procura di Catania di essere coinvolto in un presunto giro di corruzione legato alle forniture di materiale hardware e software nel Comune che amministra dal 2012. «Ha risposto ai quesiti formulati dalla giudice – spiega a MeridioNews l’avvocato Giuseppe Marletta – adesso non ci resta che attendere l’ordinanza». La riserva con ogni probabilità verrà sciolta nelle prossime ore, quando scadranno i termini previsti dalla legge per l’eventuale convalida del fermo. Chiara la linea difensiva come spiega il legale: «Contiamo di ottenere gli arresti domiciliari».
Sempre nella casa circondariale sono state interrogate le altre persone coinvolte nell’inchiesta. ll consigliere comunale Orazio Barbagallo – che deciso di non rispondere avvalendosi della facoltà concessa dalla legge – e l’imprenditore Giovanni Cerami. Gli indagati, secondo l’accusa, farebbero parte di un vero e proprio «sistema» di tangenti. Per gli inquirenti il consigliere comunale ex capo area del settore Economia e finanze del Comune, avrebbe fatto da tramite tra Maesano e Cerami, quest’ultimo direttore generale della Halley consulting spa, la ditta che gestisce il servizio di fornitura hardware e gestione del software del Comune per l’esecuzione del progetto europeo Homecare. In una telefonata intercettata per i magistrati ci sarebbe la prova della divisione di una presunta tangente tra il sindaco e il consigliere comunale: «Minchia Ascenzio, non sono un bambino, sai ca sacciu come vivere, io onestamente 15mila tutti in una volta non li avevo mai visti». L’inchiesta, come ha spiegato in conferenza stampa il procuratore capo Carmelo Zuccaro, non è ancora chiusa. «Ci potrebbero essere quindi nuovi sviluppi», hanno spiegato i magistrati senza però sbilanciarsi.