Sono 15 gli avvisi di conclusione indagini notificati ad altrettante persone. Le accuse sono, a vario titolo, concorso in ricettazione e riciclaggio di animali di dubbia provenienza e di marche auricolari e boli endoruminali necessari per l’alterazione della identificazione e contraffazione, alterazione della identificazione di animali della specie bovina, ovina e caprina ed alla loro […]
Foto di Ryan McGuire da Pixabay
Maxi affari con la macellazione clandestina di animali, 15 indagati tra Sicilia e Calabria
Sono 15 gli avvisi di conclusione indagini notificati ad altrettante persone. Le accuse sono, a vario titolo, concorso in ricettazione e riciclaggio di animali di dubbia provenienza e di marche auricolari e boli endoruminali necessari per l’alterazione della identificazione e contraffazione, alterazione della identificazione di animali della specie bovina, ovina e caprina ed alla loro commercializzazione sul mercato alimentare con potenziali gravi danni per la salute pubblica; falsificazione di atti e documentazione sanitaria necessaria per la loro macellazione; detenzione di animali di dubbia provenienza, di stato sanitario sconosciuto e privi di qualunque documentazione che ne attesti la provenienza; falsificazione di atti e documenti; – spostamento di animali sottoposti a fermo sanitario; spostamento di animali senza l’autorizzazione prevista e detenzione di animali provenienti da sequestro giudiziario.
L’attività ha preso avvio da un controllo su strada effettuato dalla polizia Stradale di Nicosia: i pattuglianti, al fine di verificare la correttezza dei documenti, hanno proceduto a controllare tutti i capi di bestiame trasportati, riscontrando gravi irregolarità dai cui approfondimenti è scaturita l’indagine stessa che ha dunque permesso di fare luce su un imponente traffico di animali destinati alla macellazione clandestina ed alla successiva commercializzazione delle carni prive di certificazione sanitaria a tutela della salute e della sicurezza pubblica. Il primo controllo su strada, a carico di due trasportatori piemontesi, ha fatto emergere come quest’ultimi trasportassero animali caricati da due soggetti indagati di Agira, mediante il coinvolgimento di un intermediario, con destinazione il Nord Italia.
Le successive attività d’indagine hanno permesso di fare luce sulle connessioni affaristiche tra gli i due indagati agirini ed anche di rilevare come questi si servissero di altri trasportatori pienamente funzionali al traffico illecito, sia nella forma del trasporto, sia nel traffico di contrassegni identificativi e di boli endoruminali. L’attività d’indagine ha consentito inoltre di rilevare che alcuni degli allevatori indagati operavano sia la macellazione clandestina di animali, sia l’eventuale recupero da essi di boli endoruminali e di contrassegni identificativi, sia la falsificazione dei documenti di trasporto necessari per trasportare gli animali dalla stalla del venditore verso quella del compratore. Il giro d’affari ammonta a migliaia di euro.