M5S, gli eletti siciliani alle Parlamentarie A Catania via alle Commissioni parallele

Medici, imprenditori, avvocati, pensionati, disoccupati e studenti. Eccoli i trenta eletti alle Parlamentarie del MoVimento 5  Stelle, le consultazioni sul web per scegliere i candidati alle prossime elezioni politiche nazionale, nella circoscrizione Sicilia 2, quella che comprende le province di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna. La più votata è una donna, Giulia Grillo, 37 anni, medico, una delle prime attiviste grilline nel capoluogo etneo: la sua iscrizione al meetup cittadino risale al 2006. Sarà lei a guidare la lista per la Camera nella Sicilia Orientale. L’isola è divisa in due circoscrizioni per le elezioni dei deputati della Camera, mentre ha un’unica circoscrizione per il Senato. Nel resto d’Italia la Grillo, che non ha nessun legame di parentela con il leader del movimento, è in buona compagnia, visto che il 55 per cento dei capilista (17 su 31) è donna.

Al secondo posto si piazza l’avvocato Mario Michele Giarrusso che, con i suoi 48 anni e 136 voti, sarà il primo dell’unica lista regionale per conquistare un seggio al Senato. Vicino ai movimenti ambientalisti, Giarrusso da tempo lotta a fianco dei comitati contro il rigassificatore di Priolo-Melilli. Nella lista dei trenta c’è anche Tommaso Currò, il primo dei non eletti nel MoVimento 5 Stelle alle ultime elezioni regionali. Il più giovane è Francesco D’Uva, chimico di 25 anni laureato a Messina. Gli attivisti scelti per le elezioni politiche dovevano essere già stati candidati nei cinque anni precedenti con il MoVimento, non avere condanne, non aver ricoperto più di due mandati elettivi e non essere stati iscritti a nessun partito. (Per visualizzare la lista completa clicca qui).

Adesso scatta un’ulteriore selezione, perché non tutti parteciperanno alle elezioni. Le liste, per cui partirà a breve la raccolta firme, saranno formate dalla metà più sei del totale dei candidati eleggibili in ciascuna circoscrizione. Facciamo un esempio. La Sicilia elegge al Senato 26 senatori. La lista del MoVimento 5 Stelle sarà formata da 19 candidati (26:2 = 13 +6 = 19). Alla Camera gli eletti siciliani saranno 61 (divisi in due circoscrizioni), quindi i grillini in lista saranno 42.

In attesa delle politiche, c’è già chi siede in un Parlamento. Sono i 15 deputati eletti all’Assemblea regionale siciliana. Alle prese con regolamenti e meccanismi interni all’Ars. Ieri il meetup catanese ha lanciato il progetto delle Commissioni parallele e, contemporaneamente il nuovo portale, Catania5stelle.it. Cosa sono le commissioni parallele? I 15 deputati a breve entreranno nelle sei commissioni permanenti legislative dell’Ars (affari istituzionali, bilancio e programmazione, attività produttive, ambiente e territorio, cultura formazione e lavoro, servizi sociali e sanitari). «Io, ad esempio, per la mia formazione – spiega Gianina Ciancio, parlamentare regionale che ieri ha illustrato il progetto a un centinaio tra attivisti e simpatizzanti – dovrei andare alla commissione Cultura».

Ma i 5stelle vogliono coinvolgere anche i cittadini nella formazione di commissioni sul territorio che corrispondano a quelle dell’Ars. Gruppi, formati da professionisti e gente comune, con il compito di consultazione per i deputati, di controllo e di proposta, attraverso interrogazioni parlamentari che, nate dal basso, verranno portate in aula dai 15 eletti. «Ogni provincia organizzerà le sue commissioni parallele che si coordineranno a livello regionale tramite il web», precisa Ciancio. Anche con questo obiettivo è nato il sito Catania5stelle, dove, nella sezione Ars, è possibile trovare il form da compilare per offrire le proprie competenze professionali.

I numerosi simpatizzanti e attivisti che hanno partecipato ieri sera all’incontro, hanno tempestato di domande la Ciancio, che non si è tirata indietro. C’è curiosità di conoscere in modo diretto le dinamiche interne all’assemblea. «Ci hanno chiesto di votare Ardizzone come presidente dell’Ars in cambio della vicepresidenza e di un totale di posti come questori e segretari nelle commissioni – spiega la deputata – Ma noi non abbiamo accettato, perché è un sistema di scambio di favori che non ci appartiene». Una precisazione infine sulla restituzione di una parte degli stipendi alla Regione. «Stiamo pensando di far aprire un nuovo capitolo di bilancio dove far confluire questi soldi – conclude Ciancio – Potremmo destinarli al microcredito delle imprese o aiutare i comitati No Muos per l’acquisto di un terreno vicino alla base militare statunitense di Niscemi. Dobbiamo ancora decidere».


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