«Nel documento sono evidenziate violazioni non solo della disciplina urbanistica ma anche delle norme a tutela dei beni paesaggistici. Ma soprattutto il Commissario sottolinea come un intervento finanziato dalle leggi sull’emergenza e finalizzato alla prevenzione del rischio sismico, avesse di fatto mutato natura diventando un’opera che trasformava a fini commerciali il water front di Catania». Così il Comune di Catania riassume in una nota la decisione del commissario ad acta nominato dal Tar, Luigi Albino Lucifora, che annulla il progetto viabilità di scorrimento Europa-Rotolo più noto come centro commerciale al Lungomare. Un’idea nata nel 2001, osteggiata da 33 associazioni cittadine – su tutte Città Insieme, Italia nostra, Wwf e Lipu – e oltre 500 catanesi passata attraverso diverse decisioni dei giudici del Tar. Adesso arriva l’annullamento di tutti gli atti che hanno portato l’Ati composta da tre ditte ad aggiudicarsi il progetto in project financing che avrebbe trasformato il volto del borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti. «Si tratta di una grande vittoria per la nostra città ottenuta anche grazie alla delibera di indirizzo politico adottata dalla nostra amministrazione il 13 dicembre del 2013 e all’azione della società civile», commenta il sindaco Enzo Bianco.
Tutto comincia nel 2001 con un progetto della Protezione civile per la sistemazione di viale Alcide De Gasperi. Nel 2005, l’allora sindaco Umberto Scapagnini viene nominato dal governo nazionale commissario straordinario per l’emergenza traffico e affida la questione all’ingegnere Tuccio D’Urso. Il progetto prevede che il privato si assuma l’onere del completamento del viale Alcide De Gasperi – per scongiurare il pericolo tsunami – e in cambio riceva la concessione delle aree per 38 anni. Per costruire un centro commerciale sotto il livello stradale dell’attuale viale Ruggero di Lauria, nel tratto che va da via San Giovanni Li Cuti fino a piazza del Tricolore. Compreso quindi San Giovanni Li Cuti. Così ai dieci milioni di euro per i lavori stradali se ne aggiungevano svariati altri per un totale di 120 milioni. Lavori che nel 2007 si aggiudica l’associazione temporanea di imprese composta da Immobiliare Alcalà Srl, Gate Srl e Kenyesia Srl. Ditte interessate anche alla costruzione dei numerosi parcheggi progettati nello stesso periodo da Scapagnini sempre per fronteggiare l’emergenza traffico. E per lo più mai costruiti o finiti in tribunale.
Così come accaduto anche nel caso della viabilità di scorrimento Europa-Rotolo, al vaglio della Procura di Catania nello stesso anno per presunte difformità del progetto rispetto al piano regolatore generale e all’apposita variante approvata da Scapagnini. Negli anni successivi, a mantenere alta l’attenzione sul tema ci pensa la società civile, con diversi appelli all’amministrazione. Nell’estate del 2011 l’Ati fa ricorso al Tar contro il Comune di Catania per il mancato via libera al progetto e il tribunale risponde dando 90 giorni all’amministrazione etnea per prendere una decisione. Scaduto il termine, a decidere è il commissario ad acta nominato dal Tar Santi Alligo che si dichiara favorevole all’opera. Solo a quel punto Palazzo degli Elefanti reagisce e lo fa con un contro-ricorso a cui il Tar risponde accordando un altro proroga per la decisione al commissario Alliga. Che però si dimette a luglio 2013 lasciando il progetto e i cittadini nell’incertezza. Qui si inserisce ancora il Comune, stavolta passato nelle mani del sindaco Enzo Bianco, che a dicembre 2013 approva «una delibera che consideriamo un atto dovuto – commenta il primo cittadino -. Vogliamo che le opere importanti per Catania vengano realizzate, ma senza stravolgere il territorio e nel rispetto delle regole. In particolare, poi, il completamento del viale Alcide De Gasperi rappresenta uno dei nostri obiettivi, tanto che l’abbiamo inserito nell’elenco delle opere prioritarie inviato al governo Renzi».
Il famoso motto di Bianco «Chiudete gli occhi e immaginate il water front», ma senza centro commerciale. E stavolta il Comune la spunta, ottenendo l’annullamento degli atti di aggiudicazione da parte del nuovo commissario ad acta nominato dal Tar Luigi Albino Lucifora. Il passo indietro, secondo il commissario, dovrebbe costare al Comune solo le spese vive sostenute dall’Ati e non considerare le «non quantificabili opportunità di guadagno perdute» dalle aziende. Adesso la Segreteria generale del Comune di Catania ha notificato il provvedimento ai rappresentanti delle imprese. Una doppia vittoria secondo Mirko Viola di Città Insieme: «La decisione del commissario di considerare solo le spese vive denota non solo serietà, ma rafforza la nostra richiesta, fatta a suo tempo, di una verifica contabile anche all’interno dell’amministrazione che ha dato il via libero il progetto».
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