Oggi si possono visitare i paesi più lontani senza spendere soldi in alberghi, ostelli o camere in affitto: basta pagarsi il viaggio e iscriversi gratuitamente a CouchSurfing.com, per dormire senza pagare sul divano che un altro membro mette a disposizione. L’idea viene in mente più o meno sette anni fa a Casey Fenton, studente residente in Alaska, che ha una grande voglia di viaggiare ma pochi soldi. Con i suoi risparmi riesce a comprare un biglietto last-minute per l’Islanda, ma non gli resta altro denaro per l’alloggio. Decide allora di chiedere ospitalità a chi è nelle sue stesse condizioni: visita il sito dell’Università d’Islanda e raccoglie 1500 indirizzi e-mail di studenti ai quali mandare la sua richiesta. Molti l’accolgono e il viaggio funziona. Così Fenton apre una pagina web per condividere la sua esperienza con altri giovani. Nel 2004 il sito diventa mondiale e oggi conta più di 250.000 soci.
L’età media dei “couchsurfer” è 26 anni. Si tratta per lo più di studenti, provenienti da tutte le parti del mondo. La loro missione è quella di “creare una rete internazionale di persone e luoghi, creare scambi culturali, sollevare la coscienza collettiva, diffondere la tolleranza e facilitare la comprensione culturale” come è evidenziato sul sito www.couchsurfing.com che chiede dati, foto e, naturalmente, l’eventuale disponibilità del proprio divano per ospitare gli iscritti.
Il sistema è semplice: ci si iscrive al sito e si va in cerca dell’ospite che offre il divano nel luogo che si vuole visitare. CouchSurfing ha, inoltre, sviluppato diverse misure cautelative a beneficio di ospitanti e ospitati. Ogni persona è collegata a chi già conosce attraverso una rete di amici e referenze, con testimonianze e indicatore di “grado di amicizia”. Oltre a questo c’è un sistema di verifica: gli utenti sono contrassegnati da una serie di lucchettini di diversi colori, tre in tutto, che indicano i vari livelli di certificazione che vanno dal “non si sa nulla di lui” al “abbiamo verificato carta di credito e indirizzo”. Per essere indicato come persona verificata è sufficiente infatti versare 25 euro. La somma serve a finanziare le spese del sito che è completamente supportato dalle libere donazioni dei membri.
Il progetto CouchSurfing ha creato una vera community on-line: nel sito ci sono gruppi tematici che spaziano dalla politica all’arte e allo sport; è possibile chattare con gli iscritti per conoscere in anticipo il carattere e gli hobby dei probabili ospiti. Inoltre, si trovano molte informazioni sul paese che si ha intenzione di visitare ed il profilo di ogni socio, che riporta interessi, lingue parlate e referenze, ovvero il resoconto dei “couchsurfing” compiuti e la descrizione dei propri ospiti, che a loro volta possono inserire un commento sul viaggiatore che ha fatto tappa sul divano di casa.
“CouchSurfing non è soltanto il divano – non significa semplicemente trovare un posto gratis per dormire nel mondo – significa partecipare alla creazione di un mondo migliore aprendo le nostre case, i nostri cuori e le nostre vite – dichiarano i Couchsurfer. Ed è proprio così, “viaggiare sui divani” sembra un modo alternativo di aprirsi al mondo e alle nuove conoscenze attraverso scambi culturali che possono portare alla creazione di legami profondi e significativi che attraversano oceani, continenti e culture. E per partecipare all’avventura bastano semplicemente un divano ed una connessione internet.
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