L’oscuro caso SISSIS e l’utopia di una facoltà telematica

Nella disperata ricerca di postazioni internet da utilizzare, scopriamo che negli oscuri sotterranei della nostra Facoltà giacciono dei pc il cui uso è severamente vietato. Un antico patto di sangue tra Lingue e la SISSIS non è stato rispettato, e regna sovrumano il silenzio. Tanti sforzi per inserirsi nella “modernità” sembrano vani.

Occupandosi delle sorti del laboratorio linguistico, noi di Step1 vogliamo far venire a galla una questione che molti hanno accantonato. Girovagando tra le misteriose rovine in cui hanno sede la biblioteca e l’emeroteca di Lingue, vi troverete di fronte ad un grande paradosso: 4 PC a cui può accedere solo chi fa parte del progetto SISSIS ed una sala con ben altre 8 postazioni a cui manca il collegamento alle rete. Senza ombra di dubbio è il caso di chiedere informazioni alla stanza 130, sede dell’Area Didattica di Lingue.

Abbastanza imbarazzato ma allo stesso tempo molto disponibile, il responsabile dell’Area Didattica, Enzo Ierna, tenta di rispondere alle nostre domande: “Questo paradosso ha una spiegazione un po’ paradossale… Molti non sanno che in passato la nostra facoltà aveva stretto un patto con il progetto SISSIS, secondo il quale mentre noi avremmo dovuto mettere a disposizione un locale, precisamente in piazza Dante n.12, loro l’avrebbero dotata di computer con un adeguato collegamento alla rete. Così è stato, e per molto tempo sia  gli studenti della facoltà, che quelli facenti parte al progetto, hanno goduto di questo servizio. Ma la chiusura di questi locali ha distrutto questa pacifica collaborazione tra le due parti.”

A questo punto vi chiederete che fine abbiano fatto questi PC. Enzo ci spiega che mentre alcuni sono stati spostati in quella che fra breve dovrebbe diventare il nuovo “angolo telematico” di Lingue, ossia la famigerata e scomoda costruzione di via Gisira, altri sono stati trasferiti nei locali della biblioteca di Facoltà. Ma non riusciamo a capire perché, mentre all’epoca dell’esistenza dell’indirizzo “p.zza. Dante n.12” anche gli studenti di Lingue potevano usufruire di questi famigerati PC, adesso è severamente vietato anche avvicinarsi a loro. Quindi qualcuno farà qualcosa o tutti faranno finta di nulla, proprio com’è stato fin’ora?

Legato a questo c’è un altro inquietante interrogativo che ci affligge: perché la nostra grande famiglia universitaria si ostina a volersi mostrare tanto telematica, quando il sistema fa acqua da tutti i pori? Quasi tutti gli avvisi, da quelli più stupidi a quelli di vitale importanza per la carriera di ogni studente, sono propagati online; ma gli studenti che per svariati motivi non possono perdere il loro tempo di fronte al PC di casa, o alla meno peggio non privilegiano di questa possibilità come possono mai usufruire di questo servizio? Dovrebbe essere l’università a  garantire delle postazioni adeguate, dove anche un controllo fugace al sito di facoltà li possa rendere partecipi di ciò che stia accadendo al mondo accademico del quale sono stretti a fare parte.

Ma le cose non stanno proprio così: è vero che sono disponibili circa una quindicina di postazioni nelle aule che ci ci sono nei pressi del cortile di facoltà, ma senza dubbio è anche vero che non bastano assolutamente per tutti ed i superiori non possono lamentarsi se gli studenti approfittano anche delle ore in laboratorio linguistico per cercare le loro informazioni vitali! Quindi perché, per esempio, non collegare alla rete quegli altri 8 PC che ci sono in biblioteca, invece di adibirli escluivamente a “database per i libri di testo”? Non so voi, ma noi questo lo chiamiamo proprio spreco ed anche schiaffo alla nostra intelligenza.

Ma è anche vero che a volte, oltre ai luoghi adatti, mancano anche le informazioni: perché solo alcuni docenti si preoccupano di inserire online il materiale didattico delle loro lezioni, mentre i “veterani” non si rendono conto dell’importanza della rete telematica che offre la facoltà? Inoltre, come ogni tipo di società del nuovo millennio, il sistema ha cercato di venire incontro ai disabili: ci sono infatti nei  locali della biblioteca delle “teoriche” postazioni internet per disabili; ma come possano arrivarci è un mistero, dato che la via che porta a questo prezioso tesoro è un tortuoso percorso intervallato da una miriade di scalini?

Noi lo chiamiamo schiaffo alla sensibilità. Quindi la soluzione quale sarebbe in questo caso? Abbandonare la nostra moralità, concedendo  questi PC al resto degli studenti, oppure seguire quello spirito magnanimo per il quale sono stati creati e spostarli in un luogo adatto?
Dopo aver pazientemete ascoltato tutte le nostre lamentele, Enzo ci rincuora dicendoci che per l‘inizio del nuovo anno è previsto un piano di risanamento dei locali di facoltà, il progetto include oltre all’apertura di nuove aule successive alla A8, la costruzione di un aula telematica più spaziosa ed efficiente ed inoltre lo spostamento del laboratorio linguistico, in modo da garantire agli studenti un servizio che possano sfruttare durante l’intera giornata.

Senza dubbio tutto ciò aiuterà a migliorare l’organizzazione generale, ma quello che servirebbe realmente sarebbe altro: dato che oramai siamo nel 2006 ed è bene che la tecnologia entri a far parte del nostro vivere quotidiano, sarebbe opportuno che quelle che chiamiamo “vecchie mentalità” si adeguino veramente ai tempi invece di far finta di farlo; perché se dall’esterno tutto sembra rose e fiori, all’interno ci sono molti problemi da risolvere.

Giovanna De Predicatore

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