Sono tanti gli studenti universitari che ogni anno, per evitare di diventare pendolari cronici, vanno in cerca di un posto letto in affitto nella città in cui studiano. Daniela è una di questi e ci racconta una giornata tipo in cerca di casa a Catania
Looking for a bedroom
Maggio è alle porte e anche quest’anno, come di consueto, si apre la cosiddetta stagione della “caccia al posto letto”. Tanti gli studenti che si trovano alle prese con annunci sui giornali o in bacheca all’Università nella speranza di un nuovo alloggio per l’anno accademico che verrà. Daniela è una di loro.
Sono trascorsi già due anni da quando Daniela ha iniziato il suo percorso universitario alla facoltà di Lettere e, seppur malvolentieri, si trova oggi costretta a lasciare il suo appartamento catanese, la piccola ma accogliente abitazione risultato di estenuanti ricerche fatte durante l’estate della maturità liceale. “Cambiare non può essere poi così male”, pensa Daniela, ma sa già cosa le aspetta: interminabili telefonate, appuntamenti e una lunga e dura selezione su decine e decine di possibili nuovi appartamenti.
Come lei sono tantissimi gli studenti universitari che, per evitare un’esistenza da eterni pendolari, cercano alloggio a Catania e tornano a casa nel weekend. E’ già martedì e Daniela compra il solito giornale di annunci in cerca dell’affitto che faccia al caso suo. Ma, tra i tanti inserti segnati dal suo evidenziatore giallo, la lista si restringe a pochi. Tanti le hanno risposto «già affittato», altri «non ammobiliato», altri ancora hanno scritto chiaramente «no studenti» “come se essere universitari equivalesse a essere «portatori sani di inciviltà»” – aggiunge Daniela.
Dei numeri contattati solo due sembrano essere gli appartamenti ideali per lei e le sue tre amiche. Così, carica di aspettative, Daniela abbandona il pesante libro di Letteratura Italiana sul comodo lettone e corre a prepararsi per uscire. Puntualissima all’appuntamento con il primo proprietario, entra in un grande portone dall’atrio buio che non la conquista affatto… incrocia lo sguardo di alcuni condomini dall’aspetto tutt’altro che affabile e, a capo chino, si accinge ad entrare nell’appartamento dove uno sguardo basta già a far crollare l’entusiasmo iniziale. Pareti grigie, pavimenti vecchi di cui alcuni mattoni completamente staccati da terra e mobili tarlati riempiono le stanza; la zona cucina invece gode di un povero arredo: lavello e fornello… fine!
Secondo appartamento, stessa storia; e così di seguito per diversi giorni. Ogni settimana si ripete per tanti studenti il sacro rito del giornale annunci con telefono di fianco perché chi arriva tardi brucia la propria chance quotidiana.
“Non cerco mica una reggia dorata – dice Daniela – quanto meno un appartamento che renda l’idea di casa, non un deposito per vecchi cimeli… un bagno ed una cucina che siano tali! Mi sono state proposte stanze singole in affitto che in realtà erano squallidi sgabuzzini (2 metri per 2 metri) senza punto luce né lo spazio per girare intorno al letto. Spazio vitale ridotto a zero come se uno studente dovesse per forza accontentarsi di una rete ed un materasso, tutto il resto optional. Questo ovviamente a costi più che elevati speculando sugli studenti che, per necessità, si accontentano del poco che trovano…”..
Cercare casa è come partecipare ad una caccia al tesoro: chi per primo trova il miglior posto letto se lo tenga ben stretto, se lo lascia è perduto! Non tutti gli appartamenti universitari infatti sono tristi e abbandonati, basta solo cercare con insistenza e avere un pizzico di fortuna. Daniela questo lo sa bene e quando torna a casa trova ancora il pesante volume di letteratura ad attenderla, riprende da dove aveva lasciato ma sa già che domani ricomincerà per lei la dura caccia al posto letto.