VA RIPENSATO IL RUOLO DELLORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE
L’accordo intervenuto tra la Russia di Vladimir Putin e gli Usa di Barak Obama a Ginevra sulla distruzione dell’arsenale chimico siriano sta lì a dimostrare ancora una volta che l’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) ha esaurito da tempo la funzione di ente deputato alla composizione pacifica dei conflitti tra gli Stati.
In precedenza era fallito anche l’approccio al G20 di San Pietroburgo – che nelle intenzioni di Barak Obama avrebbe dovuto surrogare le funzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – per cui agli Stati Uniti non restava che assumersi la responsabilità diretta di scatenare la terza guerra mondiale o di rientrare nei ranghi della diplomazia ed operare per via politica alla crisi siriana.
In quella occasione l’Onu ne era uscita meno malconcia, ma non per suo merito diretto, bensì per la volontà convergente delle grandi potenze (Usa esclusi) d’accordo con i Paesi emergenti di impedire il rischio di una guerra totale con epicentro nel Medio Oriente e di puntare la discussione sulle opzioni per assicurare una diffusa ripresa economica internazionale per uscire definitivamente dalla crisi mondiale.
La ragione era evidente: l’attacco alla Siria avrebbe comportato la immediata ritorsione di questa verso Israele, con il sostegno diretto di Iran, Cina e Russia.
Questo il rischio reale, per fortuna evitato. Il tutto, però, è avvenuto al di fuori del Palazzo di Vetro.
L’esito della discussione al G20 e ancor di più l’accordo di Ginevra dimostrano ancora una volta che l’Organizzazione delle Nazioni Unite, così com’è, ha fatto il suo tempo. E quel che occorre non è la sola riforma del Consiglio di Sicurezza, che è in corso già da parecchio tempo, ma una vera e propria rifondazione su nuove basi più rigorose; si lascino alla storia le ragioni della ‘guerra fredda’ che di questa Onu hanno caratterizzato le vicende nell’ultimo mezzo secolo.
Vediamo brevemente i limiti di questa organizzazione mondiale nata per assicurare la pace nel mondo, atteso che la precedente esperienza della Società delle Nazioni in ciò aveva fallito.
L’Onu nasce il 24 ottobre del 1945 a San Francisco per iniziativa delle cinque potenze che avevano vinto il Secondo conflitto mondiale e cioè Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica. Queste potenze, spesso alternative tra loro, hanno fondato l’organismo su un presupposto: il Diritto di Veto nel Consiglio di Sicurezza. Cioè si erano intestate un diritto arbitrario che le avrebbe poste al di sopra di ogni altra nazione aderente ed avrebbero riservato a loro stessi il diritto di sedere in permanenza nell’organo supremo di gestione dell’ente.
Questi presupposti sono risultati fatali al fine della credibilità delle loro decisioni, per la ragione che non erano il frutto di una valutazione oggettiva delle ragioni che nel mondo davano origine a focolai di guerra, ma il loro giudizio era ‘sporcato’ dall’appartenenza allo schieramento che faceva capo a questo o all’altra potenza titolare del diritto di veto da parte del soggetto che provocava l’incidente bellico. In ogni caso i numerosi conflitti che pur si sono verificati nei quasi settant’anni di esistenza dell’Onu assumevano la dimensione regionale e pertanto di valenza secondaria, tanto da non inficiare la validità dell’esperienza costituita dall’Organizzazione.
Per capire meglio questo concetto è bene dare una lettura alle finalità statutarie che i cinque avevano elaborato e firmato nell’incontro di San Francisco
1 Mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
2 promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le situazioni che potrebbero portare alla rottura della pace;
3 sviluppare relazioni amichevolitra le nazioni sulla base del principio di uguaglianza tra gli stati e l’autodeterminazione dei popoli;
4 promuovere la cooperazione economica e sociale;
5 promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui;
6 promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
7 promuovere il rispetto del diritto internazionale e incoraggiarne lo sviluppo progressivo e la sua codificazione.
Com’è di tutta eidenza si tratta di finalità assolutamente nobili e, sulla carta, credibili. Purtroppo, però, l’esperienza storica ci racconta un percorso tuttaffatto diverso rispetto alle intenzioni, tanto che durante tutto questo periodo i conflitti non si riesace più a contarli e tutti hanno contribuito a segnare negativamente la vicenda delle Nazioni Unite.
Nei prossimi giorni esamineremo più da vicino alcune (almeno una ventina) di queste guerre ‘locali’ fra le quali spiccano taluni ‘golpe’ tesi a destabilizzare equilibri politici interni ai vari Stati.
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