La Commissione europea scopre l’acqua calda: la Sicilia si colloca in fondo alla classifica delle regioni europee in termini di competitività.
.La graduatoria 2013 del Joint Research Center la colloca al numero 235 (su 262), in leggero ritardo anche rispetto alle altre regioni più in crisi del Sud, Puglia e Calabria. Rispetto alla classifica elaborata nel 2010 il crollo è verticale, mentre altre regioni come la Sardegna al Molise hanno fatto passi avanti.
I criteri usati per la classifica sono molteplici: dalla corruzione allefficenza del sistema giudiziario, dalla qualità dei sistemi scolastico e sanitario alle infrastrutture. Tutti criteri che fanno volare molto basso l’Isola. È il caso, ad esempio, dellaggiornamento tecnologico, per cui è 237esima, e delleducazione superiore, per cui risulta 240esima. Va male anche per quanto riguarda il funzionamento delle istituzioni, dove la Sicilia crolla al numero 249, mentre sullefficienza del mercato del lavoro piomba addirittura al 251.
Insomma, siamo alla frutta. I commenti non si contano. Dal mondo produttivo (o quasi) una condanna unanime del sistema Sicilia. Ma, un commento, su tutti merita particolare attenzione:
“Con la gestione scellerata degli ultimi dieci anni abbiamo toccato il fondo”, dice il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante.
Considerando che, proprio gli industriali siciliani, o meglio gli associati di Confindustria Sicilia, sono al timone dell’assessorato regionale alle Attività produttive e dintorni da quasi 5 anni (prima con Marco Venturi ora con Linda Vancheri & Co.), quello di Montante, ci sembra un autodafé, una ammissione di colpa, una presa di coscienza, che è sempre un buon inizio: è, infatti, evidente che i confindustriali siciliani sono stati, e lo sono ancora, parte attiva della gestione del potere in Sicilia di cui parla il nostro.
Un plauso al leader degli industriali siciliani per la sua onestà intellettuale.
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