Le accuse per Pietro Sclafani sono omicidio colposo, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale.
Sclafani, 50 anni, imprenditore, lo scorso 17 maggio ha travolto e ucciso Tania Valguarnera, 29 anni, che stava attraversando la via Libertà per andare al lavoro, al call center Alicos di via Filippo Cordova. Il furgoncino dell’uomo secondo quanto raccontato da testimoni, andava ad alta velocità. Dopo il violento impatto che ha scaraventato Tania sull’asfalto, Sclafani è sceso, si è avvicinato alla giovane, per poi scappare via. I poliziotti lo avrebbero fermato poco dopo nei pressi di via Rutelli, grazie alle indicazioni fornite da alcuni colleghi della giovane che hanno assistito all’incidente.
Questa mattina si è svolta l’udienza davanti al giudice Daniela Vascellaro e sono emersi particolari che “alleggerirebbero” la posizione di Sclafani. L’uomo è attualmente detenuto in carcere dopo la convalida del fermo avvenuto due giorni dopo l’incidente. Nel provvedimento di convalida dell’arresto di cinque pagine il giudice Vascellaro, aveva anche parlato di «Pericolo di fuga da parte di Pietro Sclafani cosi come e la reiterazione del reato».
Sclafani che quella mattina sarebbe dovuto andare dai carabinieri a consegnare per l’ennesima volta la patente, sequestrata di nuovo per violazione del codice della strada, sarebbe risultato positivo anche al narco test. Sclafani si è sempre difeso dicendo di non aver mai fatto uso di droghe oggi . Dai nuovi esami delle urine è emerso però che non ci sono tracce di droghe e per questo il pubblico ministero Renza Cescon ha riformulato il capo di imputazione senza contestare l’aggravante contestata in precedenza.
I legali di Sclafani, Ninni Reina e Marco Lo Giudice alla luce dei nuovi esiti medici, chiedono che all’uomo vengano concessi gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Il giudice deciderà nei prossimi giorni e durante la prossimo udienza si deciderà sul rito abbreviato.
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