Lombardo tra promesse e demagogia

“Mentre i contratti dei regionali, scaduti da oltre 6 anni, restano bloccati e la cosa non sembra più interessare alcuno, Lombardo tenta di tessere la sua ‘ragnatela pre-elettorale’ per catturare la buona fede di 750 precari regionali”.
Questo l’affondo, in un comunicato del Cobas-Codir, la maggiore organizzazione sindacale nella Regione siciliana, contro il presidente della Regione, Raffaele Lombardo e tutto il governo regionale per le vicende legate ai mancati rinnovi contrattuali del comparto e della dirigenza regionale e la volontà annunciata dal governo di stabilizzazione di 750 precari.
In proposito, il Cobas-Codir “ha più volte ribadito la necessità di affrancare dal giogo dei ‘politicanti senza scrupoli di turno’ questi dipendenti a tempo determinato”. Il sindacato fa riferimento a circa 300 dipendenti della Protezione Civile, 400 dell’ex Arra (ex Agenzia Acque e rifiuti) ed altre unità per un numero complessivo di 50 distribuito tra categorie di precari denominate Podis, Pon-Atas, Via Vas, Paipon-Atas, tutti in servizio presso l’assessorato Territorio ed Ambiente.
Il pomo della discordia tra il Cobas-Codir ed il governo è rappresentato proprio dal modo in cui il l’esecutivo Lombardo intenderebbe stabilizzare questi precari nelle aree apicali di C e D. Secondo il sindacato, infatti, il concorso che si vorrebbe bandire per la definitiva assunzione di detto personale sarebbe viziato da alcuni passaggi in contrasto con la vigente normativa in materia di assunzioni nella pubblica amministrazione e, quindi, rappresenterebbe deliberatamente l’ennesima beffa per questi dipendenti.
“Il presidente della Regione Lombardo – si legge nella nota del Cobas-Codir – vorrebbe riservare ai dipendenti di ruolo solo ‘bastonate’, mentre a questo bacino di lavoratori precari continuare a promettere la luna, ben sapendo che, da oltre venti anni, questi lavoratori vengono raggirati, ad ogni fine anno, al fine di fare apparire, di volta in volta, l’ennesima proroga come una generosa elargizione del politico di turno a fronte di una stabilizzazione che, invece, per lasciare contenti i diretti interessati, viene annunciata consapevolmente con un concorso farcito di promesse e norme illegittime perché tanto finirà tutto sotto la scure del Commissario dello Stato”.
In parole povere, secondo il sindacato, il governo Lombardo non potendo più contare sull’appoggio politico dei dipendenti regionali, ha spostato la sua attenzione sugli ultimi precari rimasti (moltissimi del Catanese) e sulle centinaia di consulenze esterne come già denunciato dai Cobas regionali.
L’organizzazione sindacale suggerisce allora una propria soluzione alla vertenza: assumere i precari seguendo legittimi percorsi di legge per stabilizzare questo personale nelle aree più basse di A e B, oppure nelle categorie apicali di C e D ma “nelle società regionali in house dove si applica – fra l’altro – lo stesso contratto di lavoro”.
“Quest’ultima soluzione – secondo il sindacato – oltre a consentire a questi precari il mantenimento della posizione economica di provenienza, darebbe serenità, finalmente, a 750 famiglie, risolvendo positivamente ogni possibile disparità di trattamento con gli altri 4.500 precari stabilizzati in A e B ed evitando, altresì, inevitabili malumori per percorsi non condivisi del personale di ruolo che vivrebbe come un sopruso della politica ogni eventuale tentativo di prevaricazione, soprattutto alla luce della recentissima e vergognosa delibera di giunta regionale del 13 settembre 2011 che blocca ogni possibilità contrattuale di miglioramento economico e giuridico (impugnata dal Cobas-Codir dinanzi al giudice del lavoro con ricorso ex art. 700 e che, a breve, dovrebbe pronunciarsi in merito all’illegittimità di quanto disposto dal governo regionale n.d.r.)”.
Secondo il sindacato, però, la soluzione perorata, quella che punterebbe a stabilizzare i lavoratori precari nelle società regionali in house con le loro qualifiche di provenienza, “si scontra, evidentemente, con l’interesse della politica di continuare ad utilizzare tali società per creare altre sacche di ‘precariato di serie A’ attraverso ‘long list’ in cui potere inserire a piacere amici & parenti, quando non anche figli di qualche sindaco, di qualche dirigente generale o ex capo di gabinetto dell’assessore di turno, ovviamente tutti assunti rigorosamente per chiamata diretta e senza alcuna procedura a evidenza pubblica”.
Infine, il Cobas- Codir non manca di dare una stoccata all’assessore regionale alla Funzione Pubblica, Caterina Chinnici: “Nella stesura di questo disegno di legge – sostiene il sindacato – che prevede questi fantomatici concorsi per stabilizzare i precari, pur sapendo che non potranno andare in porto, non ha neppure ‘fatto la parte’ di prevedere una benché minima riserva per il personale di ruolo, rendendo ancor più illegittimi tali percorsi e mettendo a nudo il suo reale interesse verso la valorizzazione dei dipendenti regionali e verso la tanto strombazzata efficienza della pubblica amministrazione”.

 

 


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