Lombardo, Cracolici & Lumia, le ambizioni sfrenate di tre mosche dentro una bottiglia…

“L’ambizione è l’ultimo rifugio del fallito”, ammoniva Oscar Wilde. E di ambiziosi, Palermo, in questa stagione che non ne giustifica la presenza, ne ha davvero tanti. Soprattutto tra i candidati al fallimento. Tre, in particolare, meritano la nostra attenzione: il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, e il parlamentare nazionale Giuseppe Lumia.
Dal 2008 – cioè da quando gli elettori siciliani di centrodestra hanno eletto Lombardo presidente della Regione, quest’ultimo governa la stessa Regione con il centrosinista. Un ribaltone, quello di Lombardo, dettato dalla ragione e dal piacere. La ragione di spegnere certi ‘focolai’ giudiziari che solo i ‘pompieri’ del centrosinistra possono fr scomparire o comunque arginare. E il piacere di fare un dispetto – anzi, più di un dispetto – a un nemico storico dello stesso Lombardo: il senatore Pino Firrarello, Pdl, con il quale ha diviso una lunga militanza nella vecchia Dc.
Il governo Lombardo-Cracolici-Lumia – tra clientele e ricatti più o meno politici – riesce, bene o male, a raggranellare una maggioranza a Sala d’Ercole. Ma è minoranza fuori dall’Aula, soprattutto tra iscritti, militanti e simpatizzanti del Pd. Che, non appena si pronunciano sull’alleanza Lombardo-Pd, la ‘bocciano’. Il governo Lombardo, inoltre, è minoranza nella società siciliana. Tant’è vero che i tre fuggono da ogni possibile competizione elettorale.
A Palermo, poi, sta finendo a schifiu. Non sapendo come bloccare la candidatura di Rita Borsellino nel centrosinistra – vicenda che analizzeremo domani – hanno quasi diistrutto la carriera politica a un trentenne brillante – Fabrizio Ferrandelli – che, forse con la mente un po’ obnubilata dall’ambizione, non ha capito che si stava consegnando a tre futuri falliti della politica siciliana. Anche se Ferrandelli non lo vuole ammettere – la verità fa male, cantava Caterina Caselli – è finito tra le braccia di Mangiafuoco-Lombardo e del Gatto e la Volpe (Lumia e Cracolici). I tre gli hanno promesso che, alle primarie del centrosinistra, voteranno per lui, ‘accoppando’ la candidatura di Rita Borsellino. “Sarai tu – gli hanno detto – il futuro sindaco di Palermo”. E Fabrizio è caduto nella trappola.
Le primarie del centrosinistra, a quanto si dice, s’affuraru come i cazzilli di certi ‘penellari’ distratti. E mentre il buon Frabrizio rischia di restare a fare la guardia al bidone del ‘centrosinistra unito’, sapete cosa fa Lombardo (non senza il placet di Lumia e Cracolici, supponiamo noi)? Lavora alla candidatura di Caterina Chinnici a sindaco di Palermo. Bello, no? Con il loro solito cinismo, prima hanno ‘bruciato’ Ferrandelli, che di un’operazione politica spregiudicata ha calcolato solo i pro e non i contro. Mentre Lombardo, Cracolici e Lumia, come già accennato, lavorerebbero già alla candidatura di Caterina Chinnici. Quale sarebbe il merito della signora Chinnici? Quello di aver gestito in modo pressoché fallimentare l’assessorato regionale alla Funzione pubblica.
Apparecchiano. Sparecchiano. Invitano. Respingono. Bruciano. La verità è che Lombardo, Cracolici e Lumia ricordano tanto le mosche nella bottiglia chiusa con un tappo ermetico. Le tre mosche si agitano, promettono posti di sindaco e di assessori, millantano chissà quali rapporti con questo o quel magistrato, fanno intravedere questo o quel finanziamento. Ma devono respirare: e l’aria, nella bottiglia chiusa ermeticamente, è quella che è: piano piano va diminuendo, piano piano, piano piano…

 


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“l’ambizione è l’ultimo rifugio del fallito”, ammoniva oscar wilde. E di ambiziosi, palermo, in questa stagione che non ne giustifica la presenza, ne ha davvero tanti. Soprattutto tra i candidati al fallimento. Tre, in particolare, meritano la nostra attenzione: il presidente della regione, raffaele lombardo, il capogruppo del pd all’ars, antonello cracolici, e il parlamentare nazionale giuseppe lumia.

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