Lobby malati cancro, Giarrusso insulta un giornalista «Buttati a mare». La replica. «Istigazione a suicidio»

«È inaccettabile che un senatore della Repubblica istighi al suicidio e a delinquere». Il commento del giornalista Davide Camarrone è duro, e segue l’annuncio della querela nei confronti del senatore del Movimento 5 stelle Mario Giarrusso. L’esponente cinquestelle è intervenuto questo pomeriggio sulla pagina Facebook di Camarrone, il quale precedentemente aveva dedicato un post alla recente uscita infelice del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che, sempre sul noto social network, aveva parlato di lobby dei malati di cancro. Uno scivolone a cui Di Maio aveva reagito sostenendo di essere stato frainteso, complice la volontà da parte del Partito democratico di screditarlo.

Dello stesso avviso, evidentemente, anche Giarrusso. «Ma buttati a mare con una pietra al collo», ha scritto il senatore rivolgendosi a Camarrone. Il quale, dal canto suo, ha prontamente ripreso il messaggio del parlamentare, pubblicandolo con il commento: «Questo individuo che mi invita a buttarmi a mare è un parlamentare della Repubblica. Avrò il piacere di inviare questa foto alla Presidenza del Senato».

Contattato da MeridioNews, il giornalista conferma l’intenzione di rivolgersi alla magistratura e di scrivere a Pietro Grasso, per denunciare l’accaduto. «Aspetto di confrontarmi con il mio avvocato, ma la volontà è quella. Non si può accettare che un senatore, solo perché in disaccordo con un pensiero, istighi al suicidio – commenta Camarrone -. Esperienze con malati di cancro ne ho avute, anche da vicino. Mio padre è morto per un tumore, e pensare di non poter scrivere un post anche critico nei confronti di un politico, perché se no si rischia di ricevere questi attacchi, è intollerabile».

Dal canto suo, Giarrusso poco dopo ha rincarato la dose, con un post sulla propria pagina. «Un giornalaio che spera di far carriera in Rai insultando il Movimento 5 stelle ha attaccato Di Maio strumentalizzando i malati di cancro. Ovviamente – scrive il senatore – gli ho detto brutalmente cosa pensavo di lui e adesso attacca me. Si chiama Davide Camarrone… l’ho bloccato ma chi volesse dirgli cosa pensa dei giornalai servili lo trova su Facebook a rosicare. Buon divertimento». Netto il commento del diretto interessato: «Questa si chiama istigazione a delinquere», taglia corto il giornalista. Sulla cui bacheca da un po’ si affollano i commenti sulla vicenda, dividendo chi critica le parole usate da Giarrusso e chi, invece, invita Camarrone a interpretare correttamente il pensiero di Di Maio.


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