Lo strano caso del Formez posto in liquidazione ‘premiato’ dalla Regione di Crocetta con 7 milioni di euro

OVVIAMENTE, AFFIDAMENTI DIRETTI, NEL NOME DELLA ‘TRASPARENZA’ AMMINISTRATIVA. A CAPO DI QUESTA ASSOCIAZIONE DI DIRITTO PRIVATO SCIOLTA DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO RENZI, C’E’ UN AVVOCATO CATANESE, ESPONENTE DEL PD E VICINO AL SINDACO DI CATANIA. INSOMMA, ECCO A CHI VANNO I SOLDI TOLTI ALLA “FORMAZIONE DEVIATA”

L’impianto politico messo in piedi dal presidente della Regione siciliana e dai partiti che appoggiano il Governo all’Ars, dopo la conferenza stampa convocata stamattina a Catania dal capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone sulla torbida vicenda del Piano Giovani, ne esce con le ossa rotte.

Quel che emerge con stupefacente allarmismo è l’atteggiamento spocchioso di alcuni componenti del Governo regionale, spesso seguiti da atti politici ed amministrativi compiuti in maniera disinvolta. Confermato dai fatti che descrivono un’impropria gestione del denaro pubblico senza porsi limiti, quasi nel fondato convincimento di essere degli ‘highlander’. Assessori cioè dotati di invincibili poteri dettati non solo dal ruolo politico, visto che non sono stati eletti dal popolo siciliano, ma anche da una sorta di divino esercizio dell’altrui destino.

Come la vogliamo chiamare l’operazione che ha portato Harald Bonura, avvocato catanese di 46 anni, al vertice di Formez?

Il professionista catanese, nominato in attuazione del dettato dell’articolo 20 del decreto legge n.90 del 24 giugno 2014, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, si è insediato, a partire dal 17 luglio 2014, commissario straordinario dello sciolto Formez PA.

Difatti, ai sensi del citato articolo 20 del decreto legge n.90/14, sono decaduti gli organi in carica, fatta eccezione per il Collegio dei Revisori e per l’Assemblea dei Soci.

Va rimarcato che il Formez, denominazione abbreviata di Centro di formazione e studi per il Mezzogiorno, è un’associazione di diritto privato con il compito di fornire assistenza tecnica e servizi formativi e informativi soprattutto alle amministrazioni locali il cui socio fondatore è il dipartimento della Funzione pubblica del ministero per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione.

Una società messa in liquidazione dal Governo guidato dal Premier Matteo Renzi ed il cui commissario liquidatore ha il compito di assicurare la continuità nella gestione delle attività di Formez PA e la prosecuzione dei progetti in corso.

È previsto anche che il commissario, entro il 31 ottobre 2014 proponga al ministro per la Semplificazione un ‘piano delle politiche di sviluppo delle amministrazioni dello Stato e degli enti territoriali’, che salvaguardi i livelli occupazionali del personale in servizio e gli equilibri finanziari dell’Associazione e individui eventuali nuove forme per il perseguimento delle suddette politiche.

Eppure, in Sicilia, il Governo del presidente Rosario Crocetta forse non si è accorto che il Formez Pa è stato posto in liquidazione, visto che di affidamenti diretti ne ha fatti non uno, ma addirittura due in pochissimo tempo.

O forse se ne è proprio accorto visto che il commissario liquidatore è un catanese, per carità preparato e con un ottimo curriculum, salutato con “grande soddisfazione e apprezzamento” del Sindaco di Catania, Enzo Bianco, al momento della nomina, come riportato da un quotidiano online.

Tutte informazioni chiarite da Falcone durante la citata conferenza stampa. Ne è un esempio l’affidamento che viene fuori dalla delibera di Giunta n.223 del 6 agosto 2014 che destina proprio al Formez in liquidazione, quello per capirci gestito dal commissario straordinario Bonura dotato di pieni poteri seguiti all’azzeramento di tutte le cariche decisionali in seno all’associazione di diritto privato, un milione e 900 mila euro in aggiunta ad un precedente finanziamento di cinque milioni.

Nulla di illegittimo ad onor del vero, ma vogliamo parlare di opportunità politica?

Il presidente della Regione che dichiara all’Ansa di aver sottratto risorse dalla formazione deviata per valorizzare i giovani. Quale valorizzazione si raggiunge assegnando le risorse al Formez in liquidazione con a capo un esponente vicino al Partito democratico siciliano e certamente amico del sindaco di Catania?

Cosa c’è sotto? È questa la risposta che si aspettano i giovani? E cioè che il Formez magari possa contrattualizzi tutti, grazie all’intercessione degli ‘highlander’ ?

A questo punto non è più un problema di singolo affidamento diretto in barba a norme e regole. La questione è più ampia e riguarda proprio l’impianto politico, come dicevamo, organizzato dal presidente Crocetta e dagli amici dei partiti che lo sostengono all’Ars.

Ne è consapevole Falcone che di stoccate non ne ha risparmiate al governatore della Sicilia.

“Contestiamo che l’idea del Piano Giovani non è dell’assessore Scilabra e neanche del presidente Crocetta – chiarisce il capogruppo azzurro al Parlamento siciliano – ma si tratta, semmai, di un segmento di un piano più complessivo il Piano Azione e Coesione (Pac), nato sotto la direzione di Ludovico Albert, durante il Governo del presidente Raffaele Lombardo”.

“Le modalità di attuazione del Piano Giovani continua a sostenere Falcone – sono errate nella forma e nella sostanza.

“È stata l’assessore Scilabra a parlare di principi di meritocrazia – rimarca l’esponente di Forza Italia – l’incrocio della domanda/offerta tra giovani e aziende doveva essere fatta sulla base del curriculum e non della velocità del click. Le stessa aziende non potevano più verificare il reale curriculum. È questo il modo per misurarne la meritocrazia?”.

“Gli affidamento diretti di circa 12 milioni di euro – puntualizza il capogruppo dei forzisti a Palazzo Reale – rischiano di diventare un appesantimento eccessivo che sottrae risorse ai giovani per darli agli apparati”.

Risulta sempre più chiaro, aggiungiamo noi alle parole di Falcone, che l’intento del presidente Crocetta non è stato quello di sottrarre le risorse ai lavoratori della formazione professionale, settore deviato come lo stesso governatore lo ha definito, per assegnarli ai giovani. Gli atti e le deliberi di Giunta raccontano, difatti, un’altra verità. Gli affidamenti diretti ne sono una schiacciante dimostrazione.

Le risorse sottratte ai lavoratori della Formazione professionale vanno ad ingrossare le ‘casse’ di varie società, compresa qualche partecipata o in ‘house providing’ della Regione siciliana per chissà quali nobili propositi. Quello che emerge è il rischio clientelare a cui ha fatto più volte riferimento Falcone nella sua conferenza stampa di oggi.

“È stato il presidente Crocetta a parlare di principio di trasparenza in chi si relazione con la pubblica amministrazione – ricorda ancora il parlamentare di Forza Italia – l’affidamento diretto diventa un esempio devastante rispetto ai principi pubblicizzati e promossi da Crocetta. Oggi chiunque può dire:perché Formez e non altra società?”.

“Se poi a tutto questo – rilancia Falcone – aggiungiamo anche che a qualche società alla quale sono stati che sono stati fatti affidamenti diretti ha a capo un esponente del PD, il sospetto diventa certezza”.

“Come nel caso della ‘Carovana dell’orientamento’ dove è stato dimostrato dalla magistratura, a seguito dell’inchiesta conosciuta come ‘Ciapigate’, che pochi giovani beneficiavano delle risorse pubbliche – aggiunge l’esponente azzurro -. Non vogliamo che il ‘Piano Giovani’ faccia la stessa fine”.

“Abbiamo chiesto la presenza per domani in audizione in Commissione Lavoro del presidente Crocetta – conclude Falcone – per fare chiarezza sui tanti interrogativi posti da Forza Italia per i troppi lati oscuri nella gestione del Piano Giovani e chiedere che vengano revocati tutti gli affidamenti diretti e specificatamente la delibera n.223 del 6 agosto scorso e rimossa la Scilabra”.

Volendo fare un tuffo nella storia, “La moglie di Cesare non solo deve essere onesta ma deve apparire onesta”.


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